L’eterno problema della concretizzazione

51 minuti di controllo assoluto sul match, poi il buio. È bastata una follia sugli sviluppi di un calcio d’angolo per stravolgere l’inerzia di una partita che sembrava cosa fatta. Il fattore principale di questo incontro è stato la concretezza. Il primo tempo è stato segnato da un chiaro dominio del Napoli, ma anche da tanti gol sbagliati. La rete di Matteo Politano ha lasciato immaginare che la pratica fosse già chiusa. In avvio di ripresa, si vede una squadra più sciolta, forse troppo. Tant’è che su un corner, fin troppi elementi salgono in area di rigore, lasciando completamente scoperto il campo dinanzi ad Alex Meret. Una follia che permette a David Datro Fofana di pareggiare. A questa rete, seguirà un approccio “spaventato” da parte degli azzurri. Fino al 98′, gli uomini di Rudi Garcia hanno cercato il gol della vittoria, ma i tedeschi sono riusciti a strappare un pareggio che interrompe la loro lunga striscia di sconfitte.

Chiaramente, quest’Union Berlino non era affatto una squadra da sottovalutare. Lo ha capito il Napoli, rimettendoci due punti che potevano essere fondamentali. C’è però un’ombra che aleggia su questo risultato: e se gli azzurri prima del pareggio fossero stati più concreti? Il secondo gol avrebbe azzerato le certezze degli avversari, rendendo impossibile una loro rimonta. Invece, mantenere tutto in bilico, ha fatto sì che i giochi non fossero davvero chiusi. Il problema della concretizzazione è tra i più limpidi della gestione Garcia, e in questo match è risultato fatale. In altre uscite, non ci si è impuntati in maniera eccessiva, complici dei risultati positivi. Dopo questa amara serata, bisogna mettere definitivamente un punto a questa problematicha.

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