Fedele: “Albiol guidò Koulibaly come se fosse un bambino”

Gaetano Fedele, procuratore sportivo, si è espresso così ai microfoni di Marte Sport Live, sulle frequenze di Radio Marte, ecco quanto detto:

“Cosa accadrà con Dries Mertens? I soldi non mettono sempre d’accordo tutti, ma di certo aiutano. Vediamo se le parti si andranno incontro. Io lo avrei confermato. non lo dico ora, ma da gennaio. Non è detta l’ultima parola. Kalidou Koulibaly va ceduto o tenuto fino alla scadenza, se non rinnova? Se fossi nei panni del club, lo terrei a prescindere: il potere economico della società su un ragazzo della sua età ed in scadenza tra un anno è quasi zero, quindi tanto vale lasciarlo in rosa anziché guadagnare pochi soldi da una sua cessione immediata”.

Fedele ha poi aggiunto: “In molti dimenticano che Kalidou Koulibaly era un difensore acerbo, quando arrivò a Napoli. Rafa Benitez lo scoprì e in lui ammiravo la fisicità straripante, ma col tempo sono riuscito ad apprezzarne la rapidità nell’apprendere gli insegnamenti di Maurizio Sarri, con il quale è migliorato molto. Koulibaly, a Napoli, era come un bambino condotto per mano da Raul Albiol: ha imparato velocissimamente, è vero, ma è stato guidato ottimamente dal suo compagno di reparto”.

“Oggi manca un calciatore, se non tre o quattro, in grado di fare la differenza con i compagni, spiegando agli altri giocatori i meriti e i difetti di questa città, il suo essere umorale; qualcuno che sappia fare da riferimento dello spogliatoio per i nuovi arrivati”

“Politano e Ounas via da Napoli? Il dato più allarmante e che dà fastidio è che dal club vogliono andare via dieci calciatori: vuol dire che c’è qualcosa che non va, perché il mercato non è neanche iniziato… E’ un caos senza fine”.

“Scamacca? E’ forte, ma in questo momento storico ha un prezzo fuori mercato. Il peso della maglia del Sassuolo non è quello della maglia del Napoli. Voglio pagarlo pure 80 milioni, ma se dimostra di valerli. Anche Petagna è un buon giocatore e altrove ha fatto bene, ma a Napoli ha reso meno. Non basta un solo campionato per valutare un ragazzo: ne servono quattro o cinque”.

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