Game over

Victor Osimhen

Non c’è limite al peggio. Mai frase sembra più azzeccata per questo finale di stagione del Napoli, che è riuscito a richiamare soltanto un punto in tre partite. Contro la Fiorentina è iniziata la parabola discendente degli azzurri, arresisi per primi alla corsa scudetto, lasciando ormai ampio margine alle milanesi di restare da sola dinanzi all’ambito traguardo. Non si sa bene cosa sia potuto succedere da quella gara in poi, visto che sul finale si sono fatti recuperare per ben due volte.

Contro la Roma, è finita in pareggio, oggi addirittura si sono verificate cose che raramente succedono nel calcio ad una grande squadra: tre goal da un Empoli che, tra le altre cose, non vinceva da gennaio. Errori su errori, dalla costruzione del gioco a meri sbagli individuali, difensivamente il Napoli sembra un lontano parente da quello che aveva dimostrato nell’anno in corso, dove poteva vantare una delle migliori difese del campionato. Il secondo goal, preso dalla ripartenza dal basso di Meret, è l’emblema della mancanza totale di fiducia in se stessi e soprattutto nel gioco che l’allenatore avrebbe voluto impartire.

Incaponirsi con quel modo e con questi uomini significa avere grandi limiti, perché si rischia di rovinare una stagione che fino a qualche settimana fa si poteva dire sorprendente, almeno in campionato. Tolto Dries Mertens, sono tutti estremamente colpevoli di queste malefatte, arrivare ad un punto così basso è davvero preoccupante e a tratti inquietante. Con la speranza che i fantasmi della scorsa stagione non si presenteranno anche in questa, perché la mancanza di Champions League potrebbe significare un altro anno di bilancio in rosso e, di conseguenza, un Napoli sempre meno in formato europeo.

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