Il pensiero di Sacchi su Fiorentina e Napoli: “Spettacolo di gioco inusuale dalle nostre parti. Partita della Juve grigia, il nostro calcio è lo specchio di una società vecchia e povera…”

“La Fiorentina e il Napoli ci hanno gratificato di un grande spettacolo di gioco purtroppo inusuale dalle nostre parti. Le due squadre si sono affrontate senza ostruzionismi tattici, senza violenze e timori, cercando di imporre il gioco senza artifici e prudenza. Un calcio offensivo e positivo, di rara bellezza, come i loro bravi tecnici sanno insegnare”.

Arrigo Sacchi ha solo parole d’elogio per Maurizio Sarri e Paulo Sousa, artefici di un lavoro eccellente con Napoli e Fiorentina, lavoro che si è visto chiaramente sul campo, grazie a una partita spettacolare e ad altissima intensità. L’ex plurivittorioso allenatore, espone il suo pensiero sulle pagine de La Gazzetta dello Sport:

“Le due squadre giocano da protagoniste: non sono disposte a lasciare il comando del gioco all’avversario. Gli uomini di Sarri soffrivano, non tutti i giocatori sono al top, ma hanno creduto fino in fondo nel proprio lavoro e al novantesimo ancora hanno cercato il gol. Si è visto un calcio totale di stampo internazionale. Molti credono che la qualità dei singoli sia sufficiente per giocare in modo armonioso e divertente, ma non è così. Senza un gioco che la ispiri, anche una squadra di campioni pur vincenti mai farà la storia”.

Poi, un piccolo messaggio alla Juve: “Quanta differenza di concetti e gioco, fra Fiorentina-Napoli e Juventus- Inter. Quest’ultima è stata una partita grigia che non premia la qualità dei tecnici né tantomeno quella dei singoli. Purtroppo il nostro calcio è lo specchio di una società vecchia: è in crisi economica, culturale e morale, ha scarsa progettualità e punta sui singoli stranieri per rimediare a una povertà complessiva di idee. Allora ben vengano Conte, Sarri, Sousa, Di Francesco, Giampaolo e Spalletti a cui spero si aggiungano altri, come i bravi Allegri e Mancini, che dovrebbero avere più fiducia nel proprio talento e lavoro ed essere meno legati al passato”.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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