Adieu, cara Champions

Finisce il sogno Champions, con tanti rimpianti e qualche polemica. Gli azzurri fanno il solito gioco, hanno intensità, ma appaiono poco pericolosi in attacco con tiri asettici, che arrivano in curva e non sporcano i guantoni di Maignan. Gli avversari sono bravi a gestire, soprattutto nei primi venti minuti in cui c’è stato un assedio partenopeo che, tuttavia, non ha sortito alcun effetto e non ha nemmeno impensierito la difesa. Si gioca molto sulle fasce, si cerca Kvaratskhelia a sinistra, Politano a destra fino al suo infortunio che – si spera – non sia troppo grave, pur se dalle immagini è apparso davvero sofferente e Lozano subentrato. I milanisti segnano il sesto gol in maniera identica alle altre due gare.

Gli azzurri tolgono il piede e fanno i birilli, rendendo facile la marcatura di Giroud. Non è una serata per i rigori: prodezze dei due portieri che, però, pesano solo per il Napoli. Kvara illumina sulla fascia, ma fallisce più volte in area, sul più bello. Osimhen spettatore non pagante, si vede che la condizione fisica non è delle migliori, ma segna comunque il gol della – cosiddetta – bandiera. Peccato davvero per il rigore su Lozano non visto dal VAR, veramente grave, perché avrebbe potuto obiettivamente cambiare le sorti di questo match. Inspiegabile.

Se nelle gare precedenti era apparso nitido il calo psico-fisico degli azzurri, stasera si è palesato in toto: una vittoria stentata in quasi 20 giorni è un segnale di allarme grave. Gli azzurri stanno mollando nel momento clou. Game over al Maradona, lo stadio che – nonostante il ritorno del tifo – appare ora un fortino facilmente espugnabile.

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