Come cambierà il calciomercato dopo il coronavirus

Anche il calcio risente della crisi economica. Come riporta Transfermarkt, che attraverso uno studio ha interrogato direttori sportivi, procuratori e giornalisti provenienti da 50 diversi paesi, il 60% degli addetti ai lavori crede che le perdite economiche del sistema calcio saranno superiori al 15%. Il 30% di questi crede addirittura che la crisi farà perdere ben più del 20% dei patrimoni ai club.

Tuttavia, almeno da quanto dichiarato dal capo dell’ufficio legale della FIFA, Emilio Garcia Silvero, non sono previste proroghe in tema calciomercato. Il 30 giugno – nonostante i campionati nazionali potrebbero slittare oltre quella data – i calciatori in prestito o a scadenza di contratto non potranno continuare a giocare nella propria squadra.

La decisione, se da un punto di vista strettamente regolamentare può essere anche comprensibile, va in controtendenza alla regolarità dei campionati. Il Napoli, per esempio, potrebbe rischiare di perdere Mertens e Callejon per l’ultima parte di stagione. Che, considerando un’eventuale bagarre per il quarto posto o una finale di Coppa Italia, potrebbe creare danni inenarrabili. Anche perché – parole dell’avvocato FIFA – non è detto che il calciomercato apra il 1 luglio. Dunque, centinaia di calciatori potrebbero trovarsi fuori lista.

La proposta di una terza finestra di mercato è interessante. Aiuterebbe i club a raccogliere le idee. Che non saranno molte, probabilmente. Perché chi ha i calciatori forti vorrà tenerseli o cederli a cifre importanti: sarà però molto difficile trovare investitori pronti a fare follie, in quanto sopratutto i piccoli e medi club potrebbero andare in contro a problemi finanziari. Per questo, pensare che basti un’abbellimento normativo per risolvere la questione è assurdo. Il calciomercato cambierà: sarà meglio che gli organi internazionali si facciano trovare pronti.

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