Romanzo Calcistico: Emanuele Calaiò, l’arciere azzurro

Se venisse fatto un sondaggio basato sulla domanda “Quale calciatore è secondo te il simbolo della risalita del Napoli dalla serie C alla serie A?”, in molti risponderebbero con questo nome: Emanuele Calaiò. La puntata numero 14 di Romanzo Calcistico vede protagonista proprio l’attaccante palermitano, numero 11 di quella squadra che ha restituito il Napoli al grande calcio.

Dopo un opaco girone d’andata, nel gennaio 2005 Aurelio De Laurentiis stanzia ben 2,5 milioni di euro per portare Calaiò a Napoli, con l’obiettivo di vincere il torneo di serie C. L’inizio è disastroso: Emanuele sbaglia un rigore contro la Fermana, la partita termina 1-1 e il tecnico Ventura viene esonerato. Al suo posto Edi Reja, con cui il rapporto sarà di amore-odio. Col nuovo tecnico, Calaiò segna 6 gol in 15 partite, non incidendo però nell’amara finale play-off di Avellino (forse anche a causa del continuo “ballottaggio” col Pampa Sosa).

©Andrea D’Errico/LaPresse 20-10-2007 Sport Roma – Stadio Olimpico Campionato di Calcio serie A Tim 2007/2008 8a Gionata Roma vs Napoli nella foto: calaio

Tutt’altra musica nel campionato 2005-06, il secondo di C per gli azzurri. In quell’anno Calaiò diventa cecchino infallibile, festeggiando i suoi gol col gesto dell’arciere. Le “frecce” andate a segno in quell’anno saranno 18 in 33 partite, di cui quelli che sanciscono la promozione in B contro Foggia e Perugia. L’intoccabile diventa lui, visto che al suo fianco si alternano Pià e Sosa. Il suo repertorio è davvero vario: Calaiò segna di destro, sinistro e di testa, essendo inoltre dotato di una buonissima tecnica.

Con lui, Pià, il Pampa e gli esterni Capparella e Trotta, l’attacco ha già un’ottima base anche per la serie B. Ma ADL e Pierpaolo Marino aggiungono altri due pezzi da 90: Bucchi e De Zerbi. La coppia Bucchi-Calaiò però non convince fino in fondo, col primo spesso relegato in panchina a vantaggio dell’“evergreen” Pampa Sosa. Calaiò si conferma bomber di sicuro affidamento, segnando gol pesantissimi a Crotone, Bari, Bologna, Pescara e Lecce: partite vinte 1-0 da quel Napoli estremamente concreto. Appare quindi chiaro il suo apporto ai 79 punti finali, che significano serie A, per un totale di 14 reti in 38 partite.

Nel 25enne Calaiò sembrano riposte grandi aspettative anche per il massimo campionato, ma l’arrivo di Marcelo Zalayeta lo relega a riserva. I dissidi con Reja nascono soprattutto a causa di alcune parole alla stampa del tecnico friulano, il quale avrebbe schierato titolare il “Panteron” anche se fosse stato “al 70% della condizione fisica”. Quella che doveva essere l’annata dell’esplosione definitiva, si trasforma per Calaiò in un campionato amaro. Le uniche reti in serie A con la maglia azzurra le segna il 24 febbraio 2008 nella trasferta vinta contro il Livorno (1-2), “approfittando” del grave infortunio di Marcelo Zalayeta. Ormai il rapporto con Reja è compromesso e Calaiò, seppur abbia preso casa in terra partenopea, decide di trasferirsi al Siena.

Tuttavia, dopo 50 gol in 4 anni tra serie A e B, nel gennaio 2013 Emanuele non ci pensa due volte a tornare a Napoli, nel frattempo passato a Walter Mazzarri. Il suo ritorno non rispetterà però le attese, anche perché Emanuele è chiuso dal cannibale Edinson Cavani. Solo 8 le sue presenze (comprese le due partite nella disfatta di Europa League contro il Viktoria Plzen), senza nessun gol.

La sua parabola discendente sembra iniziata, visto che viene poi ceduto al Genoa. Calaiò approda successivamente a Catania, Spezia e, infine, Parma, dove con 32 gol contribuisce alla risalita degli emiliani dalla C alla A, proprio come fatto a Napoli. Oggi, a quasi 37 anni (che festeggerà martedì 8 gennaio) e dopo aver scontato una squalifica di sei mesi, Calaiò potrebbe passare al Foggia. Un’ultima avventura prima di tornare a vivere nella sua amata Napoli.

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