È tutta una questione di testa

La condizione psicologica incide nel calcio quanto quella fisica. Se non va la testa, non vanno nemmeno le gambe. È così che si può raccontare questa partita del Napoli. Si può parlare di un episodio come di un altro, ma insieme ne viene fuori la sommatoria che ha portato a questo risultato certamente non positivo. Può essere il gol sbagliato da Kvaratskhelia come quello subito, ma ne emerge un quadro dove si nota quanto i partenopei siano venuti meno dal punto di vista mentale. Ancora una volta si approccia bene sfiorando il vantaggio, per poi crollare alla prima difficoltà. Il classico “meritavamo di più” non può diventare una locuzione da pronunciare in eterno al termine di ogni sfida.

Qualcuno (con le sue ragioni) parlerà della condizione fisica, così come si punterà il dito sugli sbagli di un singolo o di un reparto. La “responsabilità” può cadere anche sui magazzinieri, ma da una condizione del genere non si esce facilmente. Può spostare con forza tutti i valori, facendo sembrare anche la scelta più semplice come impossibile. Scrivere della partita è quasi superfluo, quasi ci si aspettava un andamento del genere: Napoli all’attacco e Juventus pronta ad aspettare la prima occasione. Una partita impostata anche bene, ma sfuggita per dei dettagli non da poco: stessa cosa con Real Madrid ed Inter. Ironia della sorte, il gol vittoria di Federico Gatti è arrivato da un colpo di testa. A vedere una partita del genere, non sembra nemmeno casuale…

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