Il Mattino: “Quella volta che uscimmo dall’Europa e vincemmo il campionato…”

Le considerazioni del day-after più o meno si equivalgono. In questo senso: il Napoli è in crisi, il Napoli deve lasciar perdere l’ Europa League, il Napoli e Sarri devono farsi un esame di coscienza. Morale della favola: adesso testa esclusivamente al campionato.

«C’ è la flessione, inutile nasconderlo ammette Pino Taglialatela, ex portiere azzurro E in presenza di un calo le partite non si vincono, anzi si perdono. Ho molto apprezzato le parole di Hamsik quando precisa che siamo usciti per demeriti nostri: questo significa che per recuperare credibilità a livello europeo, si dovrà provare a vincere l’ Europa League. Mi auguro che in questa competizione Sarri si convinca a dare più spazio alle seconde linee, a cominciare dal portiere». L’ analisi post gara di Sarri lascia perplesso Salvatore Bagni, campione d’ Italia nell’ 87. «L’ altra sera dopo mezzora era già tutto deciso. Se fossi stato io in panchina, avrei fatto le sostituzioni già a inizio secondo tempo. È chiaro che il Napoli ci ha provato ma la serata aveva già preso un indirizzo sbagliato. In condizioni normali, non ci sarebbe stata gara perché a livello europeo il Feyenoord non esiste. Non sono d’ accordo con l’ allenatore sulla gestione della rosa: far giocare sempre i titolari anche se sono stanchi è un segnale preoccupante. Credo che i vari Ounas, Rog e Giaccherini abbiano nelle gambe una decente mezzora per non far rimpiangere gli altri. E comunque sono curioso di vedere quale sarà la reazione del Napoli in campionato a partire proprio da domenica».

Fuori dalla Champions, e adesso? Un altro scudettato, Andrea Carnevale, ricorda un precedente incoraggiante. «Uscimmo dalla Coppa Uefa e scaricammo tutta la rabbia in campionato. Gli stimoli per vincere il primo tricolore si moltiplicarono dopo l’ eliminazione di Tolosa. Potenzialmente credo che questo gruppo abbia le capacità e la forza per resistere in vetta fino alla fine. Questo è un momento delicatissimo e bisogna tirare fuori gli attributi per dimostrare a tutti che il gruppo c’ è, è compatto e vuole vincere lo scudetto». Sulla gestione dei calciatori interviene Dario Marcolin, ex capitano azzurro negli anni della serie B pre-fallimento. «Non si può andare avanti per tutta la stagione affidandosi a dodici-tredici elementi. Sarri fa sempre gli stessi cambi perché ha in mente un progetto di squadra e di turnazione e niente e nessuno può fargli cambiare idea. Va avanti nella solita direzione da tre anni, gli allenatori avversari ormai sanno come neutralizzarlo. Non a caso, Inter, Chievo e Juventus hanno bloccato il Napoli affidandosi più o meno alle stesse strategie difensive». Mettere da parte l’ Europa League è un concetto che trova tanti d’ accordo. In Europa spazio alle seconde linee per non farsi trovare impreparati in campionato. «Del resto fa notare Fulvio Collovati, ex campione del mondo i calciatori avevano già espresso la loro preferenza al campionato rispetto alla Champions, a maggior ragione devo credere che adesso avranno meno stimoli per una competizione che è meno importante e che richiede stravolgimenti a livello di organizzazione visto che si giocherà di giovedì».

Franco Causio, altro protagonista del Mundial spagnolo dell’ 82, ne fa una questione di immagine. «Uscire dalla Champions per demeriti sportivi ci può stare, meno se si trascura una manifestazione che accresce il prestigio europeo di una squadra, oltre che il suo ranking. Per essere una big, il Napoli deve abituarsi a competere su più fronti. È un errore da parte dei calciatori dare la precedenza, sia pure inconsciamente, a un obiettivo invece che a un altro e lo ha sottolineato pure Sarri. Prendiamo ad esempio la Roma: è stata inserita in un girone più difficile, nessuno la dava per favorita contro Chelsea e Atletico Madrid eppure ha vinto il proprio raggruppamento».

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