Un Napoli dimezzato e non solo di uomini

Continua a piovere in casa Napoli, la dea bendata non sembra essere a favore degli azzurri che continuano a essere tormentati da assenze pesanti. La squadra del tecnico calabrese infatti è quasi dimezzata: annovera tra gli assenti Koulibaly e Ghoulam, positivi al Covid, Hysaj, Manolas, Mertens ed è in dubbio anche Demme per la Juventus. Ma non solo gli uomini sono dimezzati ma anche gli obiettivi azzurri.

La squadra partenopea aveva infatti ben 4 competizioni a inizio stagione: campionato, Supercoppa italiana, Coppa Italia ed Europa League. Di queste solo 2 sono ancora in gioco ( Campionato, Europa League), visto gli sfavorevoli risultati delle altre 2.

Ecco le competizioni sfumate di questa stagione degli azzurri.

Supercoppa Italiana
Il Napoli, dopo aver vinto la Coppa Italia della scorsa stagione, doveva affrontare la Juventus, vincitrice della Serie A 2019/20, per il primo trofeo della stagione, ovvero la Supercoppa Italiana. La partita non è andata come si sperava: gli azzurri sono stati sconfitti per 2-0. Una partita sofferente per il Napoli, che ha avuto la possibilità di pareggiarla con un rigore di Insigne, ma il capitano azzurro l’ha sbagliato. Agli azzurri, in particolare a Insigne, è mancata quell’esperienza che aiuta a tenere i nervi saldi nei momenti decisivi.

Coppa Italia
Poi c’era la Coppa Italia, vinta anche l’anno scorso che ha salvato una stagione disastrosa. Il Napoli quindi deteneva la competizione e, visto anche la qualità della rosa, c’erano delle aspettative molto grandi. Ci si aspettava che gli azzurri raggiungessero la finale e magari anche che la vincessero, confermandosi così per il secondo anno di fila. Ma così non è stato. Infatti il Napoli, dopo aver battuto Empoli e Spezia, è stato buttato fuori in semifinale dall’Atalanta per un risultato finale di 3-1. La squadra bergamasca è riuscita a dominare la partita al Maradona, dove il Napoli però è riuscito a tenere un 0-0. A Bergamo invece, complice una difesa azzurra dimezzata che si è resa protagonista di errori grossolani, i nerazzurri sono riusciti a imporsi e vincere per 3-1.

Invece di seguito una panoramica generale sulle competizioni che vede ancora in gioco il Napoli e su dove può arrivare.

Campionato
La squadra si era prefissata l’obiettivo di rientrare tra le prime 4 della classifica, e quindi di ritornare nella competizione europea delle big: la Champions League. Per ora il Napoli non sta centrando in pieno l’obiettivo ma ha ancora tutte le possibilità per giocarsela: infatti è sesto, con una partita da recuperare, a soli 3 punti dalla Roma quarta. Pertanto il campionato è ancora aperto, la classifica è molto corta e gli azzurri possono tranquillamente centrare la zona Champions League. Partita fondamentale è quella di domani contro la Juventus, attualmente terza a +5.

Europa League
Il Napoli è sicuramente una delle favorite per la vittoria finale della competizione europea. Dopo essersi diplomata prima nel girone F, abbastanza tosto composto da Real Sociedad, AZ e Rijeka, è toccato ai sedicesimi il Granada. La squadra di Gattuso può e deve dire la sua, magari portando la tanto ambita Coppa a Napoli, che sarebbe la seconda nella storia. Unico precedente è quello del Napoli di Maradona che vinse la competizione il 17 maggio 1989 contro lo Stoccarda.

Ma cosa deve migliorare il Napoli per non sbagliare nelle competizioni restanti? La risposta è concretezza e gioco.

Concretezza: il Napoli ha effettuato ben 334 tiri in questa stagione, è la prima squadra europea per tiri effettuati. Dei tiri solo 43 sono andati in rete, questo evidenza un chiaro problema a livello realizzativo dei giocatori azzurri.

Gioco: la questione gioco è molto più complicata. La squadra sembra spaesata e che non abbia ancora capito come vuole giocare Gattuso. Quest’ultimo non ha ancora dato un’identità e una filosofia di gioco. Basta pensare ai cambi di modulo che hanno ancora mandato più in confusione la squadra: dal 4-2-3-1 iniziale, per tornare al vecchio 4-3-3 e per finire sperimentare il 3-4-3.

Fino ad oggi l’unica costante nel gioco del tecnico è stata la costruzione dal basso. Questa tattica è stata tanto amata e tanto odiata allo stesso tempo.

Amato perché ha sfruttato al meglio il buon gioco con i piedi di Ospina, che con i suoi lanci lunghi ha messo in evidenza la miglior abilità di Osimhen: lo scatto. Basti pensare al primo gol del nigeriano in Serie A contro l’Atalanta nella quarta giornata di Serie A.

Odiato perché molte volte ci sono stati errori decisivi che hanno portato la squadra avversaria al gol. Basti pensare al primo gol di Goran Pandev nella scorsa partita di campionato che nasce da un errore di passaggio di Maksimovic per Demme.

Insomma un gioco di Gattuso che lascia a desiderare, il quale però ha delle attenuanti, ovvero le pesanti assenze che hanno caratterizzato questa stagione. Inoltre non bisogna vanificare tutto il lavoro del mister calabrese, in particolare è riuscito a ricompattare uno spogliatoio spaccato dopo l’era Ancelotti.

Gattuso non è l’unico colpevole, ma in un momento come questo non bisogna iniziare una caccia al colpevole ma cercare al più presto di risolvere il problema. Al più presto ovvero già nella partita di domani bisogna rialzarsi da squadra forte e mettere fine a questo momento di crisi.

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