Napoli, nuovo allenatore e nuova stagione: ciò che conta è che le parti traccino una strada condivisa

Se c’è un aspetto che può aiutare il Napoli per la programmazione del prossimo anno è l’affidarsi ad un principio: la collaborazione tra più parti. La stagione attuale, ormai arenata da tutti i punti di vista, è stata strutturata troppo in fretta e con poca attenzione per dare delle basi solide. Gli addii di Luciano Spalletti e di Cristiano Giuntoli non hanno sicuramente aiutato. Però, uno degli aspetti che sembra essere mancato dal lato dirigenziale è l’andare verso una strada condivisa. Questo, in una società che vuole confermarsi, è fondamentale. Specie se questa si chiama Napoli e ha meno possibilità di altre di commettere gravi errori e stagioni poco soddisfacenti.

Un perfetto esempio può essere proprio l’annata dello scudetto. In quella infatti, c’è stato un gran lavoro di sinergia tra tecnico, direttore sportivo, area scouting e dirigenza. Grazie al perfetto funzionamento di queste, si è potuto dare nuova linfa ad un gruppo orfano di senatori come Lorenzo Insigne, Dries Mertens e Kalidou Koulibaly. Nella stesura della stagione attuale invece, è mancato tutto questo.

Non è il momento di spiegare quale cessione o acquisto sarebbe stato più opportuno fare, perché parlare a fatti compiuti è decisamente più semplice. Ad esempio, si è parlato di come sarebbe stato più giusto cedere Victor Osimhen in estate. Quando si parla di questa stagione, l’argomento della sua partenza è sempre centrale. Oggi più di un tifoso afferma come la sua partenza sarebbe stata dura, ma comprensibile. Se fosse davvero avvenuta a luglio, senza le drammatiche fotografie di questa stagione, in tanti non avrebbero condiviso.

Stesso discorso per la cessione Kim Min-jae al Bayern Monaco. Magari uno sforzo in più per tenerlo avrebbe garantito al Napoli di avere un difensore di assoluto livello. Però, non è detto che la sua permanenza avrebbe potuto fare miracoli in una difesa che soffre la mala disposizione della squadra prima ancora che degli errori dei singoli. Inoltre, se il discorso degli “scontenti” è spesso centrale nei dibattimenti sugli azzurri, un motivo ci sarà. Tenere con la forza un calciatore che vuol intraprendere una nuova avventura non è mai una buona scelta. Va però detto che, con una programmazione più efficiente, è meno probabile sbagliare certe decisioni.

Al di là di chi sarà il prossimo allenatore, è bene che questo gradisca lavorare con il futuro direttore sportivo Giovanni Manna e con la società. In estate potrebbe avvenire una vera e propria rivoluzione dal punto di vista della rosa. Stavolta il mercato non si può proprio sbagliare, il rischio è quello di entrare in un circolo vizioso dal quale sarà sempre più difficile trovare la via d’uscita. Il nuovo tecnico dovrà avere la massima fiducia e una libertà condivisa sul mercato. Bisogna comunque stabilire dei paletti economici nei nuovi arrivi. Ciò che conta, è che siano condivisi tra le parti, proprio come accaduto in occasione della trionfale stagione 2022/23.

Come ultimo aspetto, ma non meno importante, il nuovo allenatore va selezionato il prima possibile. Probabilmente Aurelio De Laurentiis lo avrà già scelto, e questo sarebbe un bene, visto che potrebbe già iniziare a lavorare sottotraccia con Manna. In caso contrario, l’imperativo è quello di muoversi. Ora non si può più sbagliare, il rischio è bruciare 19 anni di grandissima crescita.

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