Playoff – Il piano della Fifa: “Vogliamo rendere i campionati più imprevedibili”

La pandemia di Coronavirus e il lockdown, dopo aver interrotto per tre mesi una stagione calcistica, hanno costretto quest’ultima a concludersi rapidamente, per non accavallarsi con l’inizio di quella successiva. E proprio questo “rapidamente” la settimana scorsa è tornato in mente alla Fifa, che starebbe considerando la possibilità di introdurre dei playoff nei campionati nazionali. Una modifica a cui si era pensato anche per portare a termine la scorsa annata, ma che alla fine è stata adoperata soltanto per la Champions e per l’Europa League.

Ma analizziamo nel dettaglio il piano della Fifa e del suo presidente, Gianni Infantino, con tutte le motivazioni che porterebbero all’introduzione dei playoff.

La soluzione di ricorrere ad una cambio della formula per le competizioni nazionali sarebbe volta ad evitare di arrivare nei mesi conclusivi con dei campionati già scritti, in cui magari già si conosce il nome del vincitore e di conseguenza diminuisce gradualmente il numero di spettatori. L’idea è quella di far diventare le competizioni meno lunghe ma più avvincenti e non scontate. Introdurre quindi un unico girone, seguito da una fase ad eliminazione diretta per stabilire il vincitore.

La riforma, si è capito, mira a ridurre il numero di impegni (concludere il tutto in un tempo minore, rapidamente). E ciò è strettamente connesso con l’altra rivoluzione a cui la Fifa starebbe lavorando, ossia dividere il calendario in tanti periodi, ognuno riservato ad una singola competizione. In pratica, si potrebbero destinare 5 mesi ai campionati + 3 per i playoff e coppe europee; e, se si escludono le vacanze dei calciatori e quel mese e mezzo per le competizioni internazionali, resta un buco di un altro mese e mezzo da dedicare, magari, alle nazionali (inteso per qualificazioni e amichevoli).

Il progetto di Infantino garantirebbe ottimi risultati dal punto di vista economico, soprattutto per quanto riguarda le nazionali e il marketing delle varie partite. Di contro però non tutti sarebbero favorevoli al grande cambiamento. Stiamo parlando di alcuni ct perchè, nel caso in cui un calciatore fosse infortunato durante il periodo destinato alle nazionali allora salterebbe tutte le partite. E in effetti non hanno tutti i torti. Se qualcuno si fosse fatto male durante l’ultima pausa per le nazionali, terminata il 6 settembre, non è detto che avrebbe saltato anche le prossime gare (in programma dal 10 ottobre).

Resta comunque un’idea intrigante quella della Fifa, come intrigante potrebbe diventare il nostro campionato. Non che già non lo sia, anzi. Ma, se ci riflettiamo, non ci viene in mente quante volte una squadra ipoteca la vittoria del titolo già un paio di mesi prima della fine. E di tutte quelle squadre che dopo essersi aritmeticamente salvate, e già consapevoli di non poter lottare per l’Europa, smettono di giocare oppure lo fanno senza stimoli, rendendo le partite piuttosto monotone.

Pensiamo, ad esempio, alla Serie B. Un campionato come gli altri, direte. E invece la seconda serie italiana può essere considerata molto più avvincente rispetto alla prima. Certo, come qualità del gioco messo in mostra non c’è paragone. Ma se si pensa al fatto che classificandosi dalla prima all’ottava posizione si ha la possibilità di giocare in Serie A, e che dalla nona alla quindicesima si corre il rischio di retrocedere in Lega Pro, per via soprattutto dei playout, allora effettivamente stiamo parlando di un campionato più combattuto sotto questo punto di vista . Nella massima serie invece una volta ottenuti i 40 punti non si lotta più per niente.

Il presidente della Figc Gabriele Gravina ha chiarito la sua posizione al Corriere dello Sport: “Stiamo lavorando ad un campionato con una Final Eight per assegnare il titolo. Le gare internazionali stanno crescendo, mentre noi non riusciamo a sostenere alcun cambiamento. Si teme che i playoff vadano a penalizzare quei club che investono di più e che sono abituati a vincere, ma continuando così rischiamo di perdere pubblico”.

E non ha tutti i torti neanche lui, perché la Serie A rischia spesso di perdere una sostanziale quantità di spettatori. La soluzione? Ridurre il numero di partite e rendere il tutto più attraente con i playoff. E ancor più interessante sarebbe una sfida secca, rispetto ad andata e ritorno. Prendere come esempio la scorsa edizione della Champions League.

A febbraio si sono giocate le gare di andata degli ottavi di finale. A Stamford Bridge il Bayern Monaco ha avuto la meglio sul Chelsea per 0-3. Ad inizio agosto il ritorno, a Monaco di Baviera: una partita che molto difficilmente avrebbe ribaltato l’esito della doppia sfida giocata in uno stadio vuoto per il Covid. Unendo questi due fattori, l’incasso sarà stato molto, troppo, basso.

Restiamo in attesa di sviluppi sulla faccenda, che intanto verrà approfondita dai vertici del calcio italiano. Che avranno molto su cui ragionare soprattutto per incastrare le varie competizioni evitando accavallamenti. Anche perché nel 2022 i mondiali si giocheranno in inverno.

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