EDITORIALE – Quelle vittorie di mentalità

Il Napoli fa ancora una volta bottino pieno, dodicesima vittoria per gli azzurri di Sarri che, pur soffrendo, hanno saputo portare a casa un risultato importantissimo.
Non è stato mai facile battere l’Udinese, in casa i friulani sono sempre stati un fortino inespugnabile. Facile ricordare, nei tempi recenti, la cocente sconfitta e l’espulsione di Higuaìn in quella calda giornata di aprile, al contempo proprio da Udine iniziò la rinascita grazie alla vittoria maturata lo scorso anno, attraverso una rivoluzione che oggi appare chiara a tutti.

“L’avremmo persa questa partita in passato” frase che è diventata quasi il leitmotiv del nuovo volto napoletano. C’è la consapevolezza che qualcosa è cambiato, non tanto negli uomini ma nel fattore “m” cioè mentalità, qualità che il Napoli faceva fatica ad incardinare nel suo modo di giocare, nel suo modo di vedere gli obiettivi. La squadra si è un po’ scrollata di dosso l’etichetta di essere bella ma poi poco efficace, quella che non sapeva gestire il risultato sull’1 a 0. I numeri non dicono tutto, ma possono far capire quanto sia importante per vincere un certo equilibrio. Oggi gli azzurri hanno la miglior difesa insieme alla Roma, con soli 9 gol subìti, 35 i gol fatti quindi secondi dopo la Juve con qualche problema in più nel reparto arretrato.
A novembre non si devono tirare le somme, ma va analizzata la bravura di Sarri nell’aver trasformato il punto debole dei partenopei in quello di forza con, appunto, una difesa quasi invalicabile.

Ultimamente quella zona ha avuto diversi rimaneggiamenti dopo l’infortunio di Ghoulam e le difficoltà fisiche di Mario Rui, eppure gli azzurri non hanno mai veramente risentito tali cambiamenti poiché, in campionato, in tre gare c’è stato solo una rete avversaria. L’esperienza di Maggio e la duttilità di Hysaj hanno permesso, dunque, di sopperire, per quanto è possibile, le significative assenze sulla sinistra.
Il gioco, ovviamente, mancando la pedina principale che fino a quel momento aveva fatto faville, non è più brillante, complice la famosa coperta corta in attacco. E se i big match hanno quasi sempre avuto esito positivo finora, il vero test sarà venerdì al San Paolo, senza Higuaìn molto probabilmente, ma con una rosa ancora prima in Italia. Sarà quindi utile ancora una volta il fattore mentalità lasciando da parte quello fratturati, perché il segreto per essere i migliori è innanzitutto credere nei propri mezzi.

Articolo precedenteSKY SPORT – Gran Gala del Calcio, tra i candidati alla vittoria ci sono 5 azzurri
Articolo successivoMertens: “2017 un anno molto bello ma aspettiamo venerdì per dirlo, potrebbe diventare fantastico”