EDITORIALE – Koulibaly al novantesimo

Premessa doverosa: questo finale di campionato non è adatto per i deboli di cuore. Paradossale come in pochi mesi le cose si siano ribaltate, merito di una grande Juventus ma di un altrettanto immenso Napoli che è andato, finora, oltre ogni previsione.
All’andata l’ha decisa Higuaìn, portando la sua squadra ad un solo punto di distanza quando, un’eventuale vittoria degli azzurri, avrebbe allontanato la rivale di 7 lunghezze e avrebbe reso sicuramente le cose più semplici. Ma no, perché non rendere ancora più avvincente questo scontro a due? Così il 22 aprile è diventata una data da segnare sul calendario perché il Napoli non solo ha riaperto clamorosamente la corsa scudetto, ma ha anche vinto per la prima volta all’Allianz Stadium con una prestazione spaventosa.

I numeri dicono tanto, non tutto, però probabilmente non si era mai vista una Juve così schiacciata nella sua metà, la quale – addirittura – nel secondo tempo non ha mai tirato verso la porta difesa da Pepe Reina che è stato uno spettatore non pagante a tutti gli effetti. Era nell’aria però questa impresa, grazie anche ad un popolo che non ha mai stentato incoraggiamenti ai suoi ragazzi.

The man of the match, oltre ovviamente a Koulibaly, è stato senza alcun dubbio Maurizio Sarri.
Avrà passato notti insonni ad immaginare e preparare questa partita, pardon, LA partita. Non ha mai nascosto che sia sempre stato un tifoso del Napoli, quindi sente che grava molta responsabilità sulle sue spalle. Non vuole deludere chi lo ha accolto come un amico, un fratello maggiore, o addirittura come modello filosofico di vita. Il Sarrismo è ormai un filone storico calcistico che difficilmente si dimenticherà. Una sfida non solo fra due squadre di calcio, ma fra due allenatori della stessa scuola ma completamente differenti. Ieri il mister di Figline desiderava vedere una sana follia, ma al contempo tutto gli insegnamenti impartiti in questi tre anni tradotti sul campo:
voleva il suo amato palleggio e l’ha avuto; voleva una difesa alta con movimenti sincronizzati ad eludere l’avversario e l’ha avuta; voleva continua pressione sul portatore di palla ed infatti la difesa juventina non ha fatto due passaggi di fila; voleva il cuore, ma i suoi ci hanno messo pure la testa (letteralmente!).

Insomma, tutto maledettamente perfetto. Le uniche due pecche sono state il poco cinismo sotto porta e Mertens che purtroppo non riesce a ritrovarsi.
il Napoli fisicamente sta bene, ieri ha corso a mille dall’inizio alla fine, il problema era mentale.
I tifosi sono stati la medicina di questi ragazzi. Ed oggi si continua a sognare. Mai visto un lunedì così sorridente a Napoli.

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