Luciano Spalletti, tecnico del Napoli, ha parlato ai microfoni della conferenza stampa per presentare la sfida tra Napoli ed Inter, dove ovviamente si parlerà del suo futuro. Qui potrete seguire la diretta testuale:
Termina la conferenza
Da un punto di vista mentale, quanto si sente esausto, anche nel tenere insieme tante componenti?
“Io sto benissimo, e faccio sempre la stessa fatica; io penso 24 ore al giorno al calcio. E” chiaro che alla fine senti la fatica e ti devi interrogare su come vuoi ripartire, perché se non hai le qualità e i pensieri che un ambiente come Napoli merita, sarebbe scorretto. Poi il presidente tiene tutti sulla corda, perché lui tiene sempre la corda tirata, ma l’allenatore, tutto lo staff non deve mollare; è un nostro dovere. Io, se decido di restare, ripartirei a mille all’ora, sono disposto ad andare contro tutti e tutto per difendere ed ottenere i risultati migliori della squadra”
I tifosi le saranno grati. Lei però può chiarire: nei prossimi tre anni, ci promette che non va alla Juve?
“Mamma mia oh. Io sono già stato ripagato per quello che ho visto; io sono a posto, per cui ogni anno, come ho detto più volte, a 64 anni, devo capire cosa mi gira nel cervello, e posso solo parlare di quest’anno dopo le dichiarazioni del presidente”
Sono aumentate le aspettative? Lei per chi s’incatenerebbe?
“Anche questo discorso lo abbiamo affrontato: è sempre la squadra che dove funzionare, anche se ci sono calciatori fantastici come Osimhen e Kvara di cui avete parlato e li avete evidenziati, ma il gruppo era forte, tant’è che abbiamo vinto senza di loro. Noi abbiamo lavorato bene, la società mi ha meso nelle miglior condizioni possibili, i giocatori si sono allenati bene. Io ho penalizzato qualcuno con eli mie scelte, e loro hanno sempre dato il massimo: questa squadra dava sempre il massimo per rendere il nostro gioco più ricco”.
Terrebbe tutti?
“Non lo so, ma si figuri se parli di acquisti o cessioni a 3 partite dalla fine: conta il gruppo, non divido nessuno”
Lei preferisce creare qualcosa da 0 o migliorare e rendere straordinario quello che già c’è?
“Si preferisce tutto, dipende da fattori. Io voglio vincere, allenare squadre forti, e a Napoli non è che tu possa gestire la cosa, ecco; tu vai per portare a casa dei trofei, delle cose che come dicevamo prima, rendono felici i tuoi tifosi. Qui l’affetto per la squadra è top: qui c’è la qualità assoluta che rimette a posto le nostre bischerate. A Napoli l’ambiente può creare difficoltà, ma la gente le rimette a posto; la città rimette a posto delle difficoltà. A volte, si commettono degli errori, e la squadra non sempre mostra la propria professionalità, ma l’affetto die tifosi ci fa capire che questa città rimette a posto anche i miei errori: quando si parla dei personaggi che hanno questa creatività, questa lingua, di tutto quello che riguarda Napoli. Tutte queste cose qui ti impongono di dare di più del 1005, perché non le trovi in altre piazze. Per cui, chi allena questa squadra deve essere ambizioso”
Lei ha sempre detto che voleva rendere felice il popolo napoletano. Lei è felice?
“Non lo so, io quando arrivo a casa c’è la porta della felicità e della tristezza, che sono due porte che stanno vicine. Vivere queste emozioni è stato ed è bellissimo, è bello vedere l’affetto di tutti, mille persone fuori ogni giorno al centro sportivo. La vera felicità è fare felici gli altri, quest’anno ci siamo riusciti e mi rende soddisfatto. Poi, sul futuro, bisogna vedere, perché gestire l’infelicità futura potrebbe essere difficile”
Lei disse prima di Udine che voleva ricambiare l’affetto dei napoletani. E’ questo il punto?
“Si, magari può essere una delle motivazioni. Bisogna domandarsi sempre dopo il primo anno, quando accettai l’offerta, se fossi l’uomo giusto, perché a Napoli la pretesa è alta, dato che si sono visto grandi cose. Poi l’anno scorso, dopo il terzo posto, tante critiche, contestazioni, avevo capito che bisognava fare meglio. Chiedete a Di Lorenzo cosa dissi lo scorso luglio: io parlo con tutti, ma lui tiene più di tutti a questa squadra, ai compagni. Chiedetelo a quello che sta infondo alla sala, che ascolta tutte le riunioni: parlo di Beppe Santoro, un plus per la nostra squadra e società. Chiedetelo a loro quando siamo partiti lo scorso anno e forse me lo chiederò quest’anno, all’inizio, perché dobbiamo fare meglio, dato che dobbiamo vincere la Champions League. Siete d’accordo o meno?”
Senza interpretazione, lei parlava di stivali, dunque campagna. Pensa al ritiro?
“Non facciamo i giochini classici, vi do delle indicazioni che vi faranno scrivere meno cose esatte: poi le riprendiamo e vediamo chi aveva ragione. Io non ho fatto nessuna trattativa, non ho rifiutato nessun rinnovo, non devo pagare nessuna clausola o penale. Non è vero che ho ricevuto offerte di altre squadre; è falso che io voglia andare altrove. Chi scrive che ho ricevuto altre offerte o che ho rifiutato il rinnovo dice il falso o si scrive quello che fa comodo. Vi ho dato tre indizi”
Che cosa direbbe ai napoletani?
“L’ho già un po’ detto: io ho dato al Napoli tutto il tempo che avevo, tutte le mie capacità, le mie possibilità. Ho cercato di dare il massimo per quella che è la mia esperienza, tutto quello che serve per allenare al meglio, e ho ricevuto di più di quello che ho dato: dopo la gara con la Fiorentina, vedere come i tifosi hanno esultato è indelebile e se non l’avessi visto, avrei fatto fatica a crederci”
Questo gruppo può ancora crescere?
“Diventa difficile dirlo, bisogna valutare alcune cose. Sicuramente, questa rosa può ambire in alto, su cui si può lavorare, perché siamo giovani, hanno fatto per il loro talento, per cui è facile capire dove cambiare e se cambiare. E’ un casino, come quando sono arrivato, che avevate dubbi su tutta la rosa: non cerano dei punti fermi da cui ripartire per costruire! Secondo me è una rosa importante, con giocatori fantastici, e poi il presidente ha detto che può avere un grande futuro, dato che punta alla Champions, come ha detto. E lui ha portato il Napoli dal nulla alla vittoria del campionato, per cui sa dove può arrivare”
Può essere uno stimolo battere l’Inter, la finalista di Champions?
“Noi abbiamo tanti stimoli perché siamo fatti così, e tutti i giocatori sono professionisti e hanno una disciplina ferra. Loro vogliono allenarsi da soli, non devi pregarli. Forse, lo stimolo nell’affrontare la squadra finalista di Champions, meritatamente, è anche il fatto che non abbiamo battuto solo l’Inter, ci mancano loro per fare en-plein e ci dà un ulteriore stimolo. Oltre a fare i complimenti all’Inter, complimenti alla Roma e a alla Fiorentina: questi sono risultati importantissimi, perché da questi risultati tutti abbiamo dei benefici e li ringraziamo per quello che hanno fatto”
Potrebbe essere lo slogan del futuro, dato che ripetersi è difficile. E’ più difficile vincere o ripetersi?
“E’ difficile vincere quando tutti pensavamo che arrivassimo ottavi. Ora c’è una situazione delineata, da ogni punto di vista; siamo a posto. 2 giorni fa, parlando all’uscita di un ristornate, ho detto che il futuro del Napoli è importante, perché si è lavorato correttamente, per cui la situazione è più facile rispetto a quando arrivai nel 2021. Vi rimostro la casacca: sta scritto “Sarò con te”, e poi ora abbiamo scritto un’altra frase. Voi dite che non ho coraggio, ma voi scrivevate che arrivavamo ottavi? Dite che non ho coraggio dopo che ho vinto”
Lei, dopo l’incontro con ADL, disse che la società doveva parlare. Ieri ADL ha parlato, e c’è la sensazione che lei non voglia restare. Vuole restare un altro anno?
Interviene Baldini: “Il presidente non ha detto che la porta era quella, non s’inventi parole”.
Spalletti: “Non so cosa significa tarpare le ali, dovete chiedere a lui. Non c’entra nulla con la cena: per quel che riguarda quello che dovrò fare io, non ho bisogno di ali, ma di stivali. Si possono trovare le ali, ma io ho bisogno di stivali: non devo volare da nessuna parte”.
Sul contratto.
“Ripeto quello che ho detto la settimana scorsa, parla il presidente. Io ho chiarito tutto in quella cena, poi se volete fare casono e parlare fatelo, ma io sono chiaro”.
Ma i tifosi vogliono sapere:
“E’ sbagliato nominare i tifosi, nascondersi dietro di loro. Parlerà la società, non spetta a me dirlo”