Gazzetta: “Tegola Malcuit, il Napoli ha già scelto come sostituirlo”

    Era ormai già tutto scritto, anche la diagnosi: perché nell’istante in cui le lacrime hanno cominciato a inumidire l’erba d’uno stadio divenuto a modo suo maledetto, s’è capito cosa avrebbero sussurrato, e brutalmente, gli accertamenti di Pineta Grande: «Lesione del legamento crociato anteriore e del menisco mediale del ginocchio destro». E ora non resta che intervenire, ovviamente, e poi tuff arsi in quel processo di riabilitazione che avrà i suoi tempi: potranno essere quattro mesi e mezzo o anche sei, dipende dalle reazioni del corpo, ma cosa volete che cambi per Kevin Malcuit…! E’ una stagione che se ne sta andando, è volata via in uno scatto, e chi poteva saperlo?, un banalissimo ed inevitabile allungo, il solito dolore che ti strappa l’anima, la tentazione di rimettersi in piedi e di ricominciare, poi la resa, una manciata di secondi dopo, quando gli è spalancato dinnanzi l’abisso con l’espressione eloquente del dottor Canonico. Rientrerà verso marzo, a certi protocolli non ci si sottrae, e sarà lunga, ovviamente.

    OPERAZIONE. Il calendario è il classico, andrà riempito di appuntamenti di insopportabile routine: stamani a Roma, dal professor Mariani, per l’operazione; poi quell’itinerario faticoso da affrontare con coraggio, senza darsi fretta, senza imporsi scadenze e sapendo che c’è un Napoli che l’aspetta, come gli ha scritto Ancelotti, che di ginocchia se ne intende. «Saremo al tuo fi anco e tornerai più forte di prima».

    L’EMERGENZA. A volte il destino sa essere bizzarro e, incontentabile, non interviene sistematicamente e di brutto ma sceglie anche di farlo sempre in una sola zona del campo, la difesa, come nel 2013 quando fu inevitabile tuff arsi sul mercato per tappare le falle con Reveillere. Stavolta non c’è quell’esigenza e neanche quella volontà, ma resta l’emergenza, perché via via sono stati costretti a fermarsi Maksimovic (ch’è centrale ma sa fare anche l’esterno), Mario Rui, Hysaj, Manolas e infi ne Ghoulam, scivolato ai margini per i postumi di quei tre interventi che dal 2017 l’hanno reso umano ed hanno scatenato una crisi d’identità che l’ha spostato in panchina o in tribuna.

    ESIGENZA. Ma per Napoli-Atalanta, che capita immediatamente ed ha bisogno di certezze contro un attacco di quella dimensioni, Ancelotti sa già che Maksimovic è pronto, l’ha portato anche in ritiro a Ferrara, l’ha tenuto al proprio fianco in panchina, e che probabilmente potrà pure giocare. Mentre a casa sua, la corsia di sempre, adesso, deve tornarci Di Lorenzo, ammesso che Mario Rui stia veramente bene e sia in grado come sembra, sin da domani sera, di ricominciare a percorrere quella di sinistra; e intanto, ma anche perché è giusto, andrà tentato di recuperare, psicologicamente, Ghoulam. Poi, a difesa risorta, Ancelotti potrà inventarsi altro: Maksimovic a destra ha off erto risposte autorevolissime nella Champions passata; e Luperto ha debuttato a Torino, un anno fa, proprio da esterno di sinistra. Ci sarà abbondanza, prima o poi, se la sorte dovesse distrarsi un po’.

    Fonte: La Gazzetta dello Sport

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