Spiragli tattici Vol.40: Vuoto

Zero punti in tre giorni. Zero gol segnati a Inter e Lazio. Quattro su sei sono invece gli scontri diretti che il Napoli ha perso in campionato. Cinque sconfitte in tredici partite. Una media imbarazzante. Coerente, questo sì, con l’atteggiamento con cui gli uomini di Gattuso hanno giocato ieri a Roma. Imbarazzante. Senza idee né «spirito di appartenenza». Senza gioco né «veleno».

Pesano le assenze, inevitabilmente. Il Napoli dovrà fare a meno ancora per un bel po’ dei due attaccanti principali – Mertens e Osimhen –, probabilmente anche di Lozano (uscito per un forte trauma alla caviglia sinistra) e Koulibaly (risentimento muscolare). Il clima è perfetto per la débâcle. Eppure, può una squadra di livello come il Napoli perdere in modo così scialbo? Stiamo sopravvalutando la squadra, oppure Gattuso ci sta mettendo del suo? È giusto che il Napoli attacchi senza avere idea di cosa fare con la palla tra i piedi?

Le scelte di Gattuso

Come se non bastassero le assenze, Gattuso si è cimentato in un temerario turnover. Maksimovic per Manolas, Fabian per Demme, Politano per lo squalificato Insigne. Tre dei peggiori in campo, insieme al fantasma di Mario Rui, ma tant’è. Il Napoli ha approcciato male alla partita fin da subito: nei primi 8 minuti (momento del gol di Immobile), la Lazio aveva avuto già tre palle gol nitide.

Il 4-2-3-1 confermato da Gattuso ha appiattito il Napoli a centrocampo, dove Fabian e Bakayoko iniziano a mostrare una vera incompatibilità. L’uscita del pallone dalla difesa, contro una Lazio feroce nel pressing, è stata evanescente. Maksimovic, Di Lorenzo e Mario Rui hanno effettuato 246 dei 498 passaggi totali della squadra. Al di là degli alibi – si gioca ogni tre giorni, il Napoli aveva fuori l’attacco titolare –, non avere idea su come far uscire la palla dalla propria area di rigore, al 20 dicembre, è una colpa della gestione tecnica.

Nell’occasione dell’1-0 di Immobile è evidente la superficialità della difesa del Napoli: Politano e Lozano guardano Marusic crossare da 2 metri.

È paradossale criticare la gestione tecnica di una squadra che solo mercoledì scorso avevamo elogiato in queste righe, e che se l’era giocata alla pari con la principale candidata allo scudetto. Ieri il Napoli è stata una squadra vuota. Slegata, senza motivazioni. Come è evidente dal frame di cui sopra, che precede il gol di Immobile. Anziché contrastare Marusic e impedirgli di crossare, Politano lo scruta da lontano. Sarà mica intenzionato a crossare? Meglio non fa Di Lorenzo, che non marca né la zona né l’uomo. E, vedendo l’assenza di preoccupazione di Politano, lo accompagna guardando Marusic mettere un cross al bacio per Immobile.

Il resto l’ha fatto un volo aquilino di Immobile, che ha staccato in un terzo tempo da NBA, mettendo la palla nell’incrocio alla sinistra di un incolpevole Ospina.

Problemi cronici

Anche nell’occasione del gol di Luis Alberto – altra prodezza d’autore difficilmente imitabile –, il Napoli ha dimostrato evidenti lacune nell’impostazione di gioco. Il passaggio sbagliato di Mario Rui è stata ieri una sentenza, l’esempio di una partita sbagliata dal primo all’ultimo tocco. Ma è anche frutto di una disorganizzazione che non si addice a un gruppo di calciatori tecnici come quelli allenati da Gattuso. Bakayoko e Zielinski sono venuti in contro a Mario Rui, ma chi presidia il centro-destra affinché non ci sia un contropiede della Lazio già nella trequarti offensiva? Chi detta i tempi di gioco alla squadra? Fabian? Nessuno?

Il 2-0 di Luis Alberto. Mario Rui sbaglia l’appoggio, ma il Napoli è spezzato in due. Come si può attaccare con due squadre invece che con una?

A differenza della Lazio, audace e concreta, il Napoli ha attaccato male. Come evidenzia il grafico di cui sotto – tratto dal match report della Lega Serie A – la più alta zona di influenza dei palloni giocati dal Napoli è stata il centrocampo; tutta la partita è andata secondo il piano della Lazio, che ha assistito all’inutile palleggio degli azzurri. I palloni toccati in area dal Napoli sono stati 63: quelli della Lazio 97. Nonostante il possesso sia stato favorevole agli azzurri. Sono dati indicativi su come la squadra di Inzaghi potesse attaccare la porta di Ospina in ogni momento, con transizioni rapide, anche improvvisate.

Il grafico dei palloni giocati di Lazio (a sinistra) e Napoli (a destra). Da sottolineare come la Lazio abbia attaccato di più a destra, sul lato di Mario Rui, in palese difficoltà contro Lazzari e Milinkovic-Savic.
Fragilità mentale

Se contro l’Inter, il Napoli aveva creato persino troppo per una singola partita finita senza segnare (3.26 xGoals), il dato relativo alla partita di ieri è persino più sconfortante. Il Napoli ha creato 0.98 xGoals, ma questo è un numero molto approssimativo. In quanto è solo la somma di ben sei tiri verso lo specchio della porta. (Ogni tiro ha un proprio indice di expected goals, e quindi di pericolosità: sommando tutti gli indici si arriva al numero finale di 0.98).

L’occasione più ghiotta – che vale intorno agli 0.4 xGoals – è stata il tiro dal limite di Fabian Ruiz, che è scaturito da un’ottima azione personale di Petagna. Non è casuale: il Napoli si affida tanto, forse anche eccessivamente per i propri mezzi tecnici, alle giocate dei singoli, al talento individuale. Da questo punto di vista, il Napoli sembra assomigliare più alla seconda Inter di Mancini o alla Juve di Allegri. Che però contavano su una solidità difensiva e comportamentale ben diversa da questo Napoli.

L’unica vera palla gol del Napoli: il tiro di Fabian al 18esimo. Frutto di una bella giocata di Petagna.


Insomma, il Napoli ieri è stata una squadra avulsa, senza carattere e con poche idee. E quelle poche confuse. Non è facile rintracciare tutte le responsabilità di Gattuso e tutte quelle della squadra. Di sicuro, però, il Napoli ha un problema nella condizione mentale: è una squadra ancora troppo fragile, a cui basta un’occasione subita per intimorirsi. Questo, probabilmente, è ancora troppo poco per competere ai massimi livelli della Serie A.

Articolo precedenteStanco e distratto, Di Lorenzo ha bisogno di tirare il fiato
Articolo successivoSSCN su Twitter: “Buon compleanno Napoli”