Benitez-Napoli, prove di rinnovo: Il Napoli ha già deciso ma lo spagnolo chiede un progetto chiaro

Dalle pagine del Corriere del Sport, facciamo il punto sul rinnovo del tecnico spagnolo, illustrando i “pro” e i “contro” sui quali Benitez continua a riflettere da tempo. Dal canto suo la società partenopea ha già deciso, lo spagnolo è il profilo giusto per portare questo Napoli in alto, ma il prolungamento del contratto non appare poi così scontato.

PERCHE’ SI’. L’idea è scolpita in questi sedici mesi di vita comune, in quel calcio di Benitez che ha stordito De Laurentiis, nel profilo e nell’autorevolezza d’un allenatore che è anche un manager, ch’è aziendalista nell’anima, ch’è enciclopedico nelle conoscenze: il Napoli ha già scelto, ma affinché vacilli (definitivamente) el señor della panchina, bisognerà sapergli offrire un orizzonte luminoso, non necessariamente lo sfarzo del mercato, ma la volontà di potersi concedere qualche «lusso» tecnico e, soprattutto, la vocazione a migliorarsi “dentro”, nella struttura, nel Centro Sportivo, nella organizzazione generale d’un mondo che è ancora troppo distante dall’elite.
Secondo Benitez, la “Casa del Napoli”,  dev’essere sempre più accogliente, deve trattenere i top player e deve invogliarne eventualmente altri ad atterrare in questo micro-mondo che vuole allargarsi, per puntare sempre più in alto. La dimostrazione di una “europeizzazione” della filosofia ha un ruolo determinante e la funzionalità del centro sportivo, la (ri)costruzione d’un habitat naturale che sia il più vicino possibile a quello di club di primissimo piano.

PERCHE’ NO. La famiglia è a Liverpool e la lontananza dalla moglie e dalla figlie ha un valore significativo: la scelta di Benitez dipenderà chiaramente (principalmente) dalle valutazioni che appartengono alla sfera personale e che privilegiano gli affetti, ma il resto è ramificato intorno alla dimensione che il Napoli vorrà darsi, alla sua statura, alla propria autonomia nel costruire qualche gioiellino in casa – attraverso una dedizione più marcata verso i giovani – e dunque nella capacità di essere antagonisti di Juventus e Roma e protagonisti (comunque). Poi c’è il mercato, ma quello è un passaggio successivo, persino meno centrale: però ha un suo peso e può servire per scardinare, attraverso la consistenza di interventi che siano mirati, le ultime resistenze: ci sono le valutazioni da fare sull’organico, sulle integrazioni da offrirgli, sulla tempistica cui far ricorso in certe operazioni, sul concetto di rinforzo stesso.

De Laurentiis e Benitez continuano a parlarsi, persino tra le pieghe d’una turbolenza ormai superata, quando i risultati latitavano e la fiducia però non spariva mai. Il prototipo dell’allenatore ideale, per De Laurentiis, resta lo spagnolo, con quella cultura del lavoro senza frontiere, con quella serenità interiore utile per fronteggiare il tormento d’un passato ch’è alle spalle e d’un contratto che rappresenta il futuro…

Fonte: Corriere dello Sport

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