Editoriale – Dal laboratorio Dimaro nasce la nuova macchina: lo scienziato Sarri avrà seminato bene?

18 giorni lunghi e intensi. Una macchina vecchia da rinnovare: niente rottamazione, ma disassemblaggio, sostituzione dei pezzi difettosi con altri più nuovi ed efficaci, riassemblaggio ed il gioco è fatto. Questo l’arduo lavoro che Sarri ed il suo equipe hanno svolto. Dimaro è stato un laboratorio vero e proprio: pensieri ed accurati studi per capire cosa sostituire e come alla vecchia macchina, il cui motore si era ormai fuso. Un luogo ideale: la tranquillità e la bellezza delle montagne del Trentino per portare al massimo la concentrazione e per cercare di trovare la condizione fisica ideale. Via le vecchie schermaglie e pregiudizi: il nuovo staff tecnico e societario hanno premuto il tasto reset e ci si è (ri)presentati tutti come al primo giorno di scuola.

Tutti sulla stessa linea di partenza: top player, giovani e veterani spalla a spalla. Ognuno è stato spogliato delle vesti che finora aveva portato ed ha avuto la possibilità di scegliere il ruolo più congeniale. Altro che contentino, questo si chiama collaborazione! La mancanza di quest’ultima sarebbe come cucinare della paste senza il sale. D’altronde la storia insegna che nelle squadre che hanno vinto tutti remavano nella stessa direzione; per cui iniziare il rapporto con una bella stretta di mano è la base per costruire un palazzo non destinato a crollare.

Giuntoli e Sarri in fondo si somigliano: le capacità di ambedue risiedono nella mente e non nelle parole. Entrambi preferiscono fare i fatti e lasciare le chiacchiere al vento. A proposito, le chiacchiere e le voci fittizie sono sempre state bastoni tra le ruote per chi volesse raggiungere traguardi importanti, non a caso i massimi esponenti dello staff tecnico e di quello dirigenziale hanno preferito metterle da parte. Si parlava di cessioni illustri, ma per ora sono arrivati solo ottimi rinforzi. La società ha messo dunque nelle mani di Sarri tanti “pezzi nuovi” e starà a quest’ultimo montarli come si deve. Dallo scrigno di Dimaro potrebbe uscire un vero tesoro: il dado è tratto e se si è seminato bene, se ne raccoglieranno i frutti.

Adriano Arpaia

Riproduzione riservata

Articolo precedenteFocus Napoli: acquisti e cessioni, come cambia la difesa del Napoli, ecco i prossimi movimenti di mercato con una possibile sorpresa…
Articolo successivoJorginho: “Test utile. Ho una certezza per la stagione del Napoli”