Napoli, tre allenatori nemmeno nel giro di un anno, fanno la prova?

Esposito:

Parliamo ormai all’indomani della terribile deblace casalinga del Napoli contro l’Atalanta per 3 gol, un numero ricorrente nella storia recente azzurra. Tre infatti, come gli allenatori arrivati dopo il fantastico terzo scudetto ottenuto sotto la guida del generale Luciano Spalletti. Cosa è successo dopo quel 4 giugno 2023 dove il Napoli era al settimo cielo? Per fortuna, il presidente De Laurentiis ha già fatto mea culpa mesi fa di questa stagione più buia che rosea. Nel caos infernale della mente del patron azzurro, quindi, chi andava veramente preso come sostituto di Spalletti? Ovviamente, ci riferiamo ai 3 allenatori che si sono succeduti in questa stagione, quale doveva essere il “traghettatore” dell’entusiasmo spallettiano? Guardiamo i dati e le statistiche dei tre tecnici per poi tirare una somma generale dell’andamento della stagione azzurra.

PRIMA PARTE – RUDI GARCIA

Il vero “Mister X” che doveva sostituire Luciano Spalletti. Tutti ricordano la grande presentazione al Bosco di Capodimonte. Appunto, l’errore sarebbe stato commesso proprio lì. Preso come un continuo della teoria tattica del grande Napoli di Spalletti, tutto conosceva tranne quel fantastico gioco. Già da qui sia società che tifosi hanno avvertito qualche strana sensazione. Infatti, la squadra ha alternato sprazzi di buon calcio, sia chiaro calcio sufficiente e non spettacolare, a momenti di grande buio e di decifit tattici. I calciatori hanno messo anche il loro: quel pareggio di Bologna che doveva essere il nuovo punto di partenza, non ha fatto altro che rivelarsi il punto di non ritorno. La peggior sconfitta è quella di Napoli-Empoli 0-1 dove si percepiva nell’aria che di lì a poco sarebbe stato cacciato. Con lui la squadra viaggiava a 1,75 punti di media a partita, non il massimo per i Campioni d’Italia.

SECONDA PARTE – WALTER MAZZARRI “2.0”

L’allenatore delle imprese, il chirurgo di famiglia secondo ADL. Ecco, diciamo che se Walter fosse stato un chirurgo, avrebbe prima confuso gli organi del paziente per poi dargli il ko finale. Dispiace, ma le sue idee di calcio vecchie ormai di 10 anni hanno mandato in confusione calciatori e tifosi, per poi affossarli e mandarli a metà classifica. Infatti, non sono servite a nulla quelle frasi nelle varie conferenze stampe per far rianimare una squadra di per sé allo sbando col suo rodato 3-4-2-1. Del Napoli di Walter 2.0 ricordiamo più sconfitte e calcio soporifero che vittorie roboanti. La sua peggior sconfitta è di certo lo strazio dell’ottavo di Coppa Italia contro il Frosinone: 0-4 in casa contro una neopromossa. Si, forse era qui che meritava l’esonero, massacro totale. Con lui gli azzurri hanno fatto peggio, viaggiando a una media di 1,25 punti a partita, buio totale.

TERZA PARTE – FRANCESCO CALZONA

L’ultimo dei tre arrivati quest’anno quasi a dire “End Game”. L’allenatore calabrese è l’unico a conoscere perfettamente le idee tattiche di Spalletti e addirittura quelle di Sarri. Porta con sé idee di calcio moderno. Gioia e rivoluzione il motto per Calzona, “l’uomo dei due mondi”, in grado di allenare club e nazionale. Unico nel suo genere, possiamo dirlo, ad accettare di traghettare il Napoli allo sbando preparando la partita più importante della stagione azzurra con soli 48 ore disponibili, contro il Barcellona agli ottavi di Champions. Calzona insieme al suo staff riesce a risollevare la squadra con un bel 4-3-3 propositivo, ma purtroppo che si scioglie come neve al sole. Poco concreto in attacco e troppo disattento in difesa. La sua peggior sconfitta è contro l’Atalanta in casa, 0-3. Con lui la squadra va a una media di 1,50 punti a partita, semina tanto ma raccoglie poco.

Siamo giunti al termine del viaggio tra statistiche e tattica dei tre allenatori azzurri della stagione 2023-2024, si spera. Di certo nessun tifoso avrebbe mai immaginato dopo la notte del 4 giugno 2023 Garcia come sostituto di Spalletti. ADL avrebbe potuto scegliere un allenatore che ama idee di calcio moderno e propositivo, ma ha deciso di fidarsi del suo istinto, fallendo colpi su colpi. Una cosa è certa: dopo l’errore di aver ingaggiato Garcia a giugno, si poteva fare meglio per sostituirlo a novembre, magari prendendo proprio Calzona. Invece, chiamando l’amico di casa Mazzarri, la situazione è addirittura precipitata nel buio pesto. Nessuno può prevedere l’andamento delle cose, sia chiaro, ma forse se Calzona fosse arrivato prima, il Napoli starebbe lottando ancora per il quarto posto in Champions, invece di abbandonare la corsa a soli 2 mesi dalla fine della stagione. Chissà invece se fosse arrivato un altro allenatore…

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