Napoli, Campione d’Italia!

Fonte foto: profilo ufficiale Facebook SSC Napoli

Dopo 33 anni di lunga attesa finalmente il sogno scudetto è ufficialmente coronato. Una sensazione che, chi era presente all’epoca, ricorderà sicuramente anche se questa che oggi appare diversa, perché più magica, senza un eponimo, ma con un obiettivo conquistato da un gruppo di ragazzi, molti arrivati da lontano soli da un anno in città, caparbi, vogliosi, determinati. Un exploit di gioia e di soddisfazione che superano ogni immaginazione empirica, perché è vero che i primi due scudetti non si dimenticano mai, però la presenza di Maradona aveva dato per “scontato” che prima o poi quel titolo sarebbe arrivato, finanche per fermare l’egemonia delle strisciate, che avevano all’epoca un dominio assoluto sul campionato e – industrialmente – sull’Italia politica e sociale.

Questa volta, appunto, è differente, perché le aspettative erano altre, di low profile, almeno sulla carta. La società aveva venduto le colonne portanti di quegli anni, rivoluzionato quasi mezza squadra titolare, indi per cui appariva quasi utopico veder gli azzurri comandare sin da subito il campionato. La storia, però, ci insegna che le battaglie possono vincerle tutti, le guerre solo chi è più attrezzato e più intelligente. Ci si è mossi oculatamente, progettando sin dalle stagioni passate la conformazione nuova del Napoli. Spalletti, De Laurentiis, Giuntoli: un triumvirato che ha avuto miglior sorte rispetto quello di Caio Giulio Cesare, Gneo Pompeo Magno e Marco Licinio Crasso. Il club partenopeo ha creato un impero che ha attirato molti nuovi affezionati ma anche tanti detrattori, perché quando vinci inevitabilmente diventi più antipatico. Di quel Napoli dalla grande speranza, che aveva quasi conquistavano scudetto nel 2018, sono rimasti soltanto due Highlander, Zielinski e Mario Rui, che possono davvero godersi, probabilmente anche più degli altri, questo agognato titolo. Emblematica è stata l’immagine mostrata dopo il goal di Raspadori all’Allianz Stadium, in cui il polacco si è buttato a terra, come se avesse voluto dire in quel momento “Ce l’ho fatta!”.

Ce l’hanno fatto i napoletani, che hanno addobbato d’azzurro un’intera città, i tifosi che hanno mostrato un senso civico con comunicati diretti ai concittadini per evitare di imbrattare le bellezze storiche, architettoniche e culturali della città. Un messaggio degli Ultras della Curva A importante e decisivo. Infine, non si può non parlare di Osimhen e Kvaratskhelia, fratelli di gol e di assist, contribuendo in maniera significativa al traguardo raggiunto. Una splendida scoperta la loro, che sin da subito hanno trovato una sinergia speciale, visibile ad occhio nudo. È lo scudetto del popolo, del Sud, che non lo viveva da oltre vent’anni se consideriamo Roma e Lazio, è lo scudetto del Napoli, dell’onestà, dell’amore.

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