Dries Mertens e l’amore per i napoletani sulle orme di Cruijff

Correva il 2016 quando venne a mancare il fuoriclasse olandese Johan Cruijff. Per l’occasione, Dries Mertens, dal ritiro della Nazionale belga dichiarò “Indosso la maglia 14 in onore di Cruijff”. All’epoca, l’attaccante ex Psv era visto – erroneamente – come un super sub del Napoli. Un buon calciatore in grado di incidere a partita in corso. La storia ha mostrato a tutti quale fosse il suo talento: ad oggi Dries è il miglior marcatore della storia dei partenopei con ben 135 gol.

Ciò che però ha colpito maggiormente i tifosi, è il suo amore per la città. Il rapporto di Mertens con Napoli è favoloso, si è integrato alla perfezione. Sembra essere uno scugnizzo di questa città in grado di realizzare il suo sogno, tanto da rifiutare proposte di trasferimento molto allettanti. Da poco, lui e la sua compagna Kat hanno annunciato di aspettare un bambino. E in un grande atto di amore, hanno deciso che si chiamerà Ciro, uno dei nomi più diffusi in terra partenopea. Una scelta simile a quella di Cruijff, che chiamò il suo primo figlio Jordi in onore di San Giorgio, patrono della Catalogna, quando all’epoca militava nel Barcellona e in Spagna vigeva il regime franchista che impediva di chiamare i propri figli con nomi che ricordassero il nazionalismo catalano. Sono chiaramente situazioni imparagonabili, come il livello dei due calciatori, ma il percorso sembra essere simile.

L’influenza del Pelé bianco è ancora molto forte da quelle parti, tanto che è considerato il capostipite dello stile Barça. Allo stesso modo, l’amore e l’influenza di Mertens sul Napoli e su Napoli sono talmente forti da averlo reso uno dei calciatori più amati dalla tifoseria partenopea, in quello che può essere considerato come un grosso esempio per i ragazzi nati all’Ombra del Vesuvio con un sogno nel cuore.

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