Che fine ha fatto il Maurizio Sarri, quello niente giacca e cravatta ma con la tuta e la barba sfatta?

“Napoli? Non me ne frega niente”

Queste le parole di Maurizio Sarri in conferenza stampa alla vigilia della finale di Coppa Italia contro il Napoli, la sua ex squadra.

Parole che fanno riflettere e non poco paragonate a quella della stagione dei 91 punti, quella del Sarrismo, quella del dito medio allo Stadium contro i tifosi della Juventus, giusto per intenderci.

Il Napoli sarà sempre la mia squadra. Quando smetterò e mi diranno ‘chi hai allenato?’ dirò sempre il Napoli… la squadra del cuore è questa”

Non era mai capitato che un allenatore dicesse: “Fermi tutti, io da bambino tifavo Napoli”

Dichiarazioni del 2018, sempre Maurizio Sarri fu a pronunciarle: un amore viscerale quello dell’ambiente azzurro nei confronti del tecnico toscano, fino a quando la storiella del “Andiamo prenderci il Palazzo” non ha visto il peggior finale che potesse esserci. Il Comandante, come veniva chiamato dalle parti del Vesuvio, ha deciso entrare nel “Palazzo” dalla porta principale accettando il nemico dichiarato: la Juventus.

Scelta professionale non si discute, discutibili invece le dichiarazioni e le frasi d’effetto durante il periodo azzurro:

Lo faccio per passione, come Maurizio Sarri
Niente giacca e cravatta, come Maurizio Sarri
Sto con la barba sfatta, come Maurizio Sarri
Hasta la revolución, come Maurizio Sarri”

Che fine ha fatto quel “Sarri”, che veniva descritto così bene da un testo di Anastasio prima che vincesse X-Factor?

Maurizio Sarri, quello juventino, lo fa ancora per passione o è un altro che ci ha marciato sopra?

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