Auguri a Rafa Benitez, il padre dello spettacolo azzurro: sua l’invenzione chiamata ‘Callejon’

Spegne oggi sessanta candeline l’uomo che nel 2013 portò al San Paolo una ventata d’aria nuova e di calciatori di assoluto spessore: subentrato a Mazzarri e al suo iconico 3-5-2, il tecnico madrileno riuscì a dare alla formazione azzurra un impianto di gioco che diversi dopo di lui – Sarri e Gattuso su tutti – hanno efficacemente ricalcato per estrapolare il meglio da una rosa costruita per attaccare, per stupire.

Suo il 4-3-3 partenopeo che – con varie rimaneggiature – ancora oggi dà spettacolo. Sempre sua la volontà e la tenacia di portare al San Paolo professionisti come Reina, Higuain, Albiol e Callejon, capaci di scandire gli attimi più pregnanti della recente storia azzurra, ergendola da sorpresa nazionale ad autentica potenza in campo internazionale.

Si scrive Benitez ma si leggono trofei, due: la vittoria della Coppa Italia contro la Fiorentina all’Olimpico il 3 maggio 2014 ed il successivo trionfo di Doha contro la Juventus in Supercoppa il 22 dicembre dello stesso anno.

Sfortunato in Europa, con l’eliminazione ai preliminari di Champions contro il Bilbao, la storia napoletana dell’allenatore di Real Madrid, Liverpool, Newcastle, Valencia, Inter e Chelsea finisce il 28 maggio del 2015, al culmine di un campionato terminato al quinto posto, dopo lo sciagurato 2-4 in casa, contro la Lazio, che all’ultima giornata costò l’esclusione azzurra dal piazzamento Champions.

Alti e bassi – quelli di Rafa Benitez all’ombra del Vesuvio – che non eclissano la caratura e l’evoluzione tattica che lo spagnolo ha donato alla formazione azzurra nei successivi anni.
Un esempio? Indovinate chi ha inventato il ‘taglio alla Callejon’

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