Napoli – Inter: analisi tattica dell’avversario

In collaborazione con BTL | Behind The Line

Partite visionate: Fiorentina vs Inter (1-1; 0-1 HT) & Inter vs Genoa (4-0; 2-0 HT)
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SISTEMA DI GIOCO

  1. Base: La squadra nerazzurra utilizza come sistema di gioco base il 3-5-2, marchio di fabbrica del suo allenatore Antonio Conte. Tra i pali, il titolare è il capitano della squadra, l’esperto e affidabilissimo Samir Handanovic, portiere sloveno che difende la porta del biscione dal 2012 e che nell’ultimo decennio è stato il calciatore che ha messo insieme più presenze in assoluto in Serie A. Il suo vice, da due stagioni, è Daniele Padelli che però ha visto il campo solamente in Coppa Italia. La linea di difesa formata da tre uomini è composta dall’olandese Stefan De Vrij che occupa la fascia centrale, mentre ai suoi lati troviamo sulla sinistra l’ex Sampdoria Milan Skriniar e sulla destra l’uruguaiano proveniente dall’Atletico Madrid Diego Godin. Quest’ultimo però, a causa di qualche infortunio di troppo e qualche problema di adattamento, nelle ultime gare ha perso il posto da titolare a vantaggio del classe ’99 Alessandro Bastoni: il nazionale U21 azzurro infatti, ha già messo insieme 8 presenze, offrendo prestazioni di livello sia in fase di copertura che in fase offensiva dove partecipa spesso e volentieri con uscite palla al piede. L’ultimo difensore centrale presente in rosa è l’italiano Ranocchia che però, in questa stagione, ha accumulato solamente due presenze e sembra ai margini del progetto.
    Sugli esterni, le carte a disposizione di Mister Conte sono numerose e con caratteristiche diverse tra loro: sulla corsia destra, il titolare è, un po’ a sorpresa, l’azzurro Antonio Candreva, calciatore letteralmente trasformato e rinvigorito dall’arrivo di Conte sulla panchina nerazzurra. La sua prima riserva è l’ex Herta Berlino arrivato a Milano questa estate, Valentino Lazaro che però non ha ancora completamente convinto l’ex CT della Nazionale Italiana. Sulla corsia mancina invece, causa il titolare ai nastri di partenza di questa stagione era il ghanese Asamoah: l’ex calciatore di Juventus e Udinese però, è fermo ai box da tanto tempo per un problema al ginocchio, pertanto il suo posto viene occupato a turno da Danilo d’Ambrosio e da un altro dei neo-acquisti nerazzurri, l’ex Fiorentina Cristiano Biraghi. A completare il pacchetto di esterni c’è il classe ’97 Federico di Marco, chiamato in causa attualmente solo per 19’ minuti totali. Nella fascia centrale della zona mediana, i titolari sono sulla carta, il croato Brozovic nel ruolo di mediano, alla sua destra il posto è occupato da Barella mentre nel ruolo di mezz’ala sinistra si schiera colui che è stato probabilmente il miglior calciatore interista di questa prima metà di stagione, l’ex Sassuolo Stefano Sensi. I tanti infortuni però, hanno falcidiato il centrocampo del biscione, pertanto sono stati copiosamente impegnati anche gli altri centrocampisti disponibili in rosa che sono: Borja Valero, schierato sia davanti alla difesa che come interno, Matias Vecino, mezz’ala tutto fare protagonista assoluto sotto la gestione Spalletti e ora relegato al ruolo di panchinaro, e Roberto Gagliardini. A completare il reparto c’è il giovanissimo classe ’02 Agoume, fresco di debutto fatto negli ultimi minuti della gara contro la Fiorentina.
    In avanti, il titolare inamovibile è il grande colpo di mercato dell’ultima estate, il belga ex Manchester United, Romelu Lukaku: il calciatore fortemente voluto da Conte per le sue particolari caratteristiche, nelle 22 presenze messe insieme fino ad ora tra Campionato e Champions, ha messo a segno ben 14 reti e 3 assist, risultando il vero valore in più dei nerazzurri. Al suo fianco, dopo qualche incertezza iniziale, attualmente il titolare è l’argentino Lautaro Martinez, anche lui ricaricato dalla “cura Conte” e dalla partenza di Mauro Icardi. A disposizione del tecnico pugliese ci sono anche l’altro calciatore arrivato in estate dallo United, l’ex Udinese Alexis Sanchez (out al momento per infortunio) e il giovanissimo Sebastiano Esposito, che ha segnato anche il primo gol in carriera nel massimo campionato italiano proprio nell’ultima giornata disputata prima della sosta natalizia. A completare il pacchetto offensivo, ci sono il rientrante dal prestito al Flamengo, Gabigol (che però sembra avere già la valigia pronta per ripartire) e Matteo Politano, anche lui in aria di cessione dopo essere stato un punto fermo della squadra con Spalletti.
  2. In fase di possesso: Quando Sensi e compagni sono in possesso della sfera, il sistema di gioco che si è osservato con più frequenza è il 3-1-3-3: gli uomini più arretrati sono i tre difensori centrali che però sono pronti a sostenere la manovra nel caso il pallone transitasse dalle loro parti, in quel caso hanno tre scelte: o giocano la sfera sul corto con i centrocampisti, o lanciano lungo verso le punte che attaccano la profondità oppure, nel caso la palla fosse tra i piedi di uno dei due difensori centrali laterali, questi ultimi possono tentare l’uscita palla al piede fino quasi alla trequarti avversaria. Davanti a loro si schiera il mediano, più avanti troviamo una mezz’ala e un esterno schierati larghi con al centro l’altra mezz’ala mentre la linea più avanzata è composta dall’altro esterno di centrocampo che è salito e dalle due punte. Talvolta, seppur raramente, lo schieramento in questa fase è risultato essere anche un 3-3-1-3 con l’uomo tra le linee che in questo caso è rappresentato da una delle due punte che si è abbassata.
  3. In fase di non possesso: In questa fase c’è ben poco da dire: il sistema di gioco più utilizzato è il 5-3-1/1 che prevede i due esterni di centrocampo abbassarsi a livello dei difensori centrali, i tre centrocampisti molto vicini tra loro e che occupano la fascia centrale del campo, una punta che partecipa alla manovra difensiva mentre l’altra resta fuori da questa e si prepara per la successiva transizione offensiva.

INTRO

L’ FC Internazionale Milano (di seguito Inter), è allenata da quest’anno dal tecnico nativo di Lecce, nonché ex CT della Nazionale azzurra, Antonio Conte. Con l’arrivo dell’allenatore pugliese, e del quasi parallelo arrivo in casa nerazzurra del dirigente Beppe Marotta, la società di proprietà del gruppo Suning, ha decisamente cambiato rotta e filosofia sia dentro che fuori dal campo. Oltre al nuovo di sistema di gioco infatti, 3-5-2 di marca contiana quello attuale, in estate sono stati hanno lasciato il club i giocatori simbolo delle precedenti gestioni, stiamo parlando su tutti del belga Nainngolan e del bomber argentino, nonché ex capitano del biscione, Mauro Icardi. A sostituire tutti i partenti, sono arrivati tra gli altri Godin, Barella, Sensi, Sanchez e soprattutto Romelu Lukaku.
La “cura” del duo Marotta-Conte sta attualmente dando i suoi risultati: la squadra nerazzurra infatti, oltre a convincere sul piano del gioco e nonostante una serie infinita di infortuni, è attualmente al primo posto in classifica, a pari punti con la Juventus di Maurizio Sarri (42 punti derivanti da 13V, 3P e 1 sola sconfitta proprio contro i bianconeri).
L’unica nota negativa fino a questo momento, nonostante un girone sulla carta complicato che vedeva la presenza di Barcellona e Borussia Dortmund oltre allo Slavia Praga, è la prematura uscita dalla UEFA Champions League con conseguente “retrocessione” in UEFA Europa League: la squadra di Conte infatti, ha buttato via punti pesanti pareggiando in casa contro i cechi alla prima giornata, facendosi rimontare dai tedeschi dopo essere stati in vantaggio di due reti alla fine del primo tempo e perdendo malamente in casa nell’ultimo turno contro un Barcellona che schierava in campo molte seconde linee in quanto già qualificato agli ottavi.
L’Inter, in queste prime diciassette uscite stagionali in campionato, si è dimostrata una vera macchina da gol mettendo a segno ben 36 reti (terzo miglior attacco dietro solamente ad Atalanta e Lazio), risultando contemporaneamente anche molto solida in difesa (solo 14 le marcature al passivo, nessuna squadra ne ha subite meno fino a questo momento).

FASE DI POSSESSO

L’Inter adotta praticamente quasi sempre la costruzione dal basso, anche quando magari la squadra avversaria fa pressione alta (i lanci/rinvii lunghi vengono effettuati solamente nei minuti finali di gara e vengono tutti indirizzati in zona centrale verso Lukaku che è bravo ad abbassarsi e conquistare la sfera per poi proteggerla). I primi a giocare la sfera sono i difensori centrali che poi la scambiano con il mediano che nel frattempo si è abbassato per ricevere (quando fa questo le due mezz’ali si allargano quasi a ridosso della linea laterale). Se il mediano viene schermato, allora a ricevere il pallone sarà una delle mezz’ali che farà lo stesso movimento del mediano. Lo scopo della costruzione nerazzurra è portare la palla sul lato per sviluppare poi la manovra sulle corsie laterali del campo. Non a caso infatti, come già anticipato qualche riga più sopra, le mezz’ali interiste tendono ad allargarsi moltissimo, finendo quasi con i piedi a ridosso della riga di demarcazione laterale: questo viene fatto perché il tecnico pugliese vuole sempre almeno un uomo largo e avanzato sugli esterni al quale poi poter scaricare la sfera (quando ad esempio un esterno di centrocampo si abbassa o stringe, a prendere il suo posto avanzato e largo è proprio una mezz’ala che va di fatto a scambiarsi di posizione con il suddetto esterno). L’ideale per il gioco di Conte è avere due uomini sulle corsie e questo si verifica quando gli esterni di centrocampo spingono, alle loro spalle si posizionano le mezz’ali che si sono quindi allargate. Tornando alla costruzione della manovra, una volta che la palla è arrivata sul lato, lo scopo diventa quello di avanzare sulle corsie per poi finalizzare l’azione con un cross/traversone in mezzo all’area effettuato da uno degli esterni e/o più raramente da una mezz’ala (l’Inter infatti è seconda per cross utili e prima in campionato per gol di testa). Quando la sfera viene scagliata verso il cuore dell’area di rigore, ad attenderla negli ultimi sedici metri ci sono solitamente quattro uomini (vedi anche lavagna tattica che segue): i due attaccanti che attaccano rispettivamente il primo e il secondo palo, la mezz’ala che agisce sul lato lontano a quello della palla e l’esterno che opera sulla corsia opposta che si posiziona dopo il secondo palo. Al limite, nei pressi del centro del gioco, si posiziona la mezz’ala di competenza su quel lato.

Se gli avversari riescono ad arginare la costruzione sul lato, gli uomini di Conte non si perdono d’animo e provano ad attaccare, nello stesso modo, sulla corsia opposta: il campo di gioco non avviene praticamente mai con lanci diretti ma con passaggi rasoterra che coinvolgono anche i calciatori situati nella fascia centrale del campo (una delle punte che si è abbassata o i centrocampisti). Se anche in questa seconda situazione la costruzione sulla fascia risulta impossibile, la squadra nerazzurra decide di tornare indietro dai difensori centrali che nel frattempo si sono posizionati a ridosso del cerchio di centrocampo: una volta scaricata la sfera su uno di questi (solitamente a riceverla è uno dei due difensori centrali laterali), gli uomini di Conte aspettano che gli avversari “vengano fuori” per poi attaccarli alle spalle con un lancio lungo effettuato proprio dal difensore centrale in direzione di una delle due punte che sta attaccando la profondità (vedi lavagna tattica qui sotto).

È bene precisare che il lancio lungo dei difensori centrali non va sempre a cercare la profondità ma può anche essere indirizzato verso una delle due punte che si abbassa e si posiziona spalle alla porta (solitamente Lukaku): in questo caso, se la punta riesce a controllare la sfera, la proteggerà in attesa che i compagni salgano, giocandola successivamente o in profondità verso l’altro attaccante o aprendo il gioco verso una delle corsie, facendo così ripartire la solita manovra di stampo contiano. Ancora, il difensore centrale che riceve lo scarico dietro, può anche decidere di partite palla al piede, attaccando direttamente la retroguardia avversaria: a fare questa giocata è, anche in questo caso, uno dei due DC laterali (Bastoni molto più di Skriniar) e, quando ciò avviene, per liberare spazio a quest’ultimo nella fascia centrale del campo, le mezz’ali si allargano tantissimo.
L’Inter però può far male agli avversari anche in un altro modo: un’altra famosa caratteristica del gioco messo in pratica dalle squadre guidate dal tecnico leccese infatti, sono gli inserimenti in area senza palla delle mezz’ali. Gli interni di centrocampo interisti infatti, oltre a giocare tantissimo, soprattutto nei pressi dell’area avversaria, con l’esterno più vicino (con il quale talvolta si scambiano anche di posizione quando quest’ultimo decide di stringere), attaccano tantissimo l’area di rigore, buttandosi in questa nella zona situata nei pressi del vertice dell’area stessa (per capirci, si muovono in quelli che Guardiola definisce “half spaces”).
L’ultimo modo con il quale la squadra di proprietà del gruppo Suning può andare in gol è la sortita individuale di una delle sue punte: Lukaku, Lautaro e Sanchez infatti, sono tutti e tre molto bravi a disorientare i difensori avversari e scaricare la palla direttamente in fondo alla rete grazie alle notevoli doti individuali. L’azione individuale è talvolta effettuata anche da una delle mezz’ali che però non la effettua nella zona centrale del campo bensì nei pressi del vertice dell’area di rigore, pertanto è più difficile che poi l’azione si chiuda con una conclusione diretta verso la porta.
Il tiro da fuori è una pista poco esplorata dai nerazzurri: la maggior parte dei tiri effettuati dai giocatori del biscione infatti, avviene da dentro l’area di rigore (vedi grafici che seguono).

Le heatmaps che seguono, illustrano le posizioni tenute in campo dai nerazzurri durante le due partite analizzate (in giallo e in rosso le zone nelle quali i calciatori sono stati più “presenti”). Come si può chiaramente osservare, la squadra di Conte sfrutta praticamente tutto il campo in ampiezza.

Il ritmo di gioco tenuto in fase di possesso dagli uomini di Conte è abbastanza variabile: in alcuni momenti della gara infatti, ad esempio quando il risultato è ancora in parità o sfavorevole, questo appare medio-alto, in altri invece, ad esempio in situazione di vantaggio o quando gli avversari sono ben posizionati in campo in fase difensiva, il ritmo risulta essere medio-basso.
Nelle partite analizzate, più volte si è osservata la rotazione dei centrocampisti che quindi, in molti frangenti, si scambiavano posizione tra loro (soprattutto Borja Valero e Brozovic).
Alla fase offensiva partecipano quasi sempre otto uomini, gli unici esclusi da questa e che quindi restano bassi in marcatura preventiva, sono i tre difensori centrali che però, come detto sopra, partecipano alla manovra quando la palla arriva dalle loro parti e vengono coinvolti quando il gioco sulle corsie è impossibile.

TRANSIZIONE POSITIVA E SMARCAMENTO PREVENTIVO

Quando i nerazzurri recuperano palla, se c’è la possibilità di concreta di poter offendere subito, la scelta ricade allora sul contropiede diretto, opportunità che viene quasi sempre esplorata con un lancio lungo in avanti verso la punta che è rimasta alta in smarcamento preventivo (attaccano direttamente con chi ha recuperato palla solo quando quest’ultimo è una punta o una mezz’ala con caratteristiche offensive).
Se invece gli uomini di Conte si rendono conto che questo non è possibile (come nella maggior parte dei casi), allora si ri-organizzano e costruiscono con calma la manovra offensiva.
Lo smarcamento preventivo è fatto dalla sola punta centrale (di solito Lukaku) che resta più avanzata e fuori dalla manovra difensiva.

FASE DI NON POSSESSO

Come detto nella prima sezione del presente report, l’Inter di Antonio Conte quando non è in possesso della sfera si schiera con il 5-3-1/1.
La prima azione che compone la manovra difensiva nerazzurra è la pressione alta: questa, viene portata inizialmente dalle due punte e dal mediano che, come si può anche vedere nella lavagna tattica che segue, si alza tantissimo portandosi praticamente a livello degli attaccanti, posizionandosi proprio in mezzo a questi. Parallelamente, le due mezz’ali si stringono molto, andando a fare densità nella fascia centrale del campo e cercando di negare la giocata in verticale agli avversari. Da precisare anche che le mezz’ali sono anche pronte ad uscire forte in marcatura. Nei pressi del centrocampo, larghi sulle corsie, si posizionano i due esterni di centrocampo.

Se questa prima giocata risulta efficace e quindi fa arretrare o comunque rallenta l’azione avversaria, la pressione nerazzurra si fa ancora più asfissiante in quanto si aggiungono ad essa anche gli esterni che avanzano ulteriormente la loro posizione dando manforte agli interni di centrocampo, allungando anche la seconda linea di pressione formata proprio con questi ultimi. Pertanto, possiamo dire che la pressione interista inizia con tre uomini e, se fa subito effetto, può arrivare a coinvolgere un massimo di sette uomini (praticamente restano esclusi da questa giocata solamente i tre difensori centrali). La pressione viene portata con più aggressività quando la sfera è nella zona centrale del campo (anche perché è li, come detto, che si concentrano principalmente gli uomini di Conte), si allenta leggermente invece quando gli avversari giocano (ovviamente non in avanti) la palla sulle corsie nella loro trequarti difensiva. La pressione cessa di esistere quando gli avversari riescono a raggiungere la zona mediana del campo.
Finita la pressione infatti, gli uomini di Conte si organizzano e si schierano con il sistema di gioco sopracitato, aspettando la giocata avversaria. Nel loro schieramento difensivo, abbiamo già sottolineato il fatto che gli esterni di centrocampo, in fase di possesso, si abbassano moltissimo, portandosi praticamente in linea con i tre difensori centrali, creando così una linea a cinque. Quando gli esterni sono due calciatori dalle caratteristiche prettamente difensive come Biraghi e D’Ambrosio, la linea a cinque viene quasi sempre formata subito e in modo perfetto. Quando invece sulla corsia destra viene schierato un giocatore più offensivo come Candreva (o anche Lazaro), in qualche occasione la linea è inizialmente formata solo da quattro uomini in quanto l’esterno destro resta leggermente più avanti, soprattutto quando la sfera è si nella metà campo difensiva ma ancora lontana dalla porta (ovviamente poi questo si abbassa [non sempre con i tempi giusti] e forma la linea a cinque quando la palla arriva nei pressi dell’area di rigore nerazzurra).
Davanti alla linea di difesa, si schierano più o meno in linea e abbastanza stretti i tre centrocampisti interni: quando la palla è sulla trequarti, questi ultimi presidiano il limite dell’area mentre quando la sfera si avvicina o entra negli ultimi sedici metri di campo, la linea formata dai tre centrocampisti si schiaccia tantissimo verso quella di difesa (negando quindi anche l’eventuale zona di rifinitura), facendo così convergere in area tutti e otto gli uomini deputati alla manovra difensiva del biscione. Questo ovviamente crea molta densità in area di rigore ma lascia totalmente sguarnita la zona al limite dell’area che pertanto può essere sfruttata dagli avversari per fare gioco o calciare in porta dalla distanza (magari dopo una prima respinta della difesa con palla che carambola da quelle parti oppure quando la prima sortita offensiva avversaria è stata fatta proprio verso l’area, cioè gli avversari sono riusciti ad entrare in area col pallone e quindi ad attirare l’attenzione in quella zona di campo), come si vede nella lavagna che segue.

I grafici qui di seguito invece, mostrano come sia la Fiorentina che il Genoa, abbiano sfruttato questa caratteristica della difesa nerazzurra, andando spesso e volentieri alla conclusione dal limite.

Nonostante la lunga linea formata da cinque elementi, soprattutto quando sul versante destro è schierato un uomo dalle caratteristiche più offensive, il lato debole risulta in qualche occasione totalmente scoperto e quindi sfruttabile: questo si verifica o perché l’esterno destro non si è abbassato con i tempi giusti o perché i cinque uomini della linea arretrata sono troppo vicini.
Quando gli avversari giocano la palla nei pressi del vertice dell’area di rigore o della fascia, gli uomini di Conte tendono a fare densità in quella zona, portando in zona palla, oltre all’esterno che agisce su quella corsia, la mezz’ala del medesimo lato e il mediano. Non a caso, gli unici raddoppi (non molto aggressivi) che si verificano nella manovra difensiva nerazzurra, sono portati proprio dalla mezz’ala e da uno dei componenti della linea difensiva (esterno o difensore centrale laterale che esce sul lato). Possiamo quindi dire che la difesa del biscione cerca di negare i cross/traversoni agli avversari, o comunque che questi giochino sulle corsie: nonostante questa idea di base, nelle partite analizzate (ma anche in altre gare di questa stagione), gli avversari degli uomini di Conte sono riusciti comunque a mettere in mezzo numerosi palloni, creando qualche difficoltà di troppo a Skriniar e compagnia. Pertanto, può essere una buona idea provare ad attaccare i nerazzurri anche in questo modo.
Gli uomini del pacchetto difensivo difendono a zona.
Alla manovra difensiva partecipano quasi sempre in dieci uomini, l’unico che infatti resta escluso da questa fase è una delle punte.

TRANSIZIONE NEGATIVA E COPERTURA/MARCATURA PREVENTIVA

Quando gli uomini di Conte perdono il possesso della sfera, la prima scelta è una leggera pressione nel tentativo di recuperare subito il possesso (soprattutto se questo è stato perso in zona offensiva). Quando questa pressione non porta al recupero del pallone, allora i nerazzurri decidono di indietreggiare e organizzarsi in difesa, schierandosi con il loro 5-3-1/1.
In marcatura preventiva restano i tre difensori centrali che però, come detto, non disdegnano anche il partecipare saltuariamente alla manovra offensiva: in questo caso, si abbasserà un altro giocatore per formare sempre il terzetto arretrato in protezione della propria metà campo.

SWOT ANALYSIS

  • Punti di Forza:
    • Grande organizzazione di gioco e squadra ben messa in campo;
    • Pallone quasi mai regalato agli avversari ma sempre gestito in modo ragionato e ottimale;
    • Notevoli doti individuali (oltre a uno stato di forma invidiabile) di Lukaku e Lautaro Martinez che possono far male in diversi modi;
    • Esterni di centrocampo che risultano efficaci in entrambe le fasi di gioco;
    • Centrocampo che quando è al completo presenta grandi qualità;
    • Hanno a disposizione molteplici modi per finalizzazione l’azione;
    • Pressione alta ben portata e che riesce spesso e volentieri a negare la costruzione dal basso agli avversari;
    • Difesa molto solida e formata da giocatori con ottime doti individuali;
    • Antonio Conte è sicuramente la punta di diamante e il valore aggiunto di questa squadra.
  • Punti Deboli:
    • Rosa un po’ corta e falcidiata da tanti infortuni;
    • Limite dell’area quasi sempre sguarnito e facilmente sfruttabile per giocare e/o calciare in porta;
    • Cercano di negare il cross/traversone ma non sempre ci riescono;
    • Qualche calo di concentrazione di troppo che può portare a svarioni individuali/posizionamenti sbagliati che a loro volta possono creare non pochi problemi soprattutto in fase difensiva;
    • Se la squadra avversaria chiude bene tutti gli spazi, il ritmo della loro manovra offensiva si abbassa e l’attacco può risultare a tratti inefficace;
    • La pressione alta (soprattutto quando insistita), se elusa, può liberare non pochi spazi agli avversari.
  • Opportunità:
    • Negare il gioco sulle corsie per costringerli a giocare nella zona centrale e/o con lanci lunghi alle spalle della difesa;
    • Uscire in modo efficace dalla pressione alta per attaccare sfruttando al meglio il tanto spazio concesso dietro le linee di pressione;
    • Sfruttare il tanto spazio concesso al limite dell’area per calciare in porta o costruire qualcosa in quella zona.
  • Rischi:
    • Essere asfissiati dalla pressione alta ed essere quindi costretti a “regalare” loro il pallone o rischiare la giocata difficile;
    • Essere bucati dalle giocate individuali dei tanti giocatori di qualità presenti in campo;
    • Concedere loro troppo gioco sulle corsie e troppi cross pericolosi.

NETWORK ANALYSIS

Figura 1 – Passaggi effettuati vs Fiorentina
Figura 2 – Passaggi effettuati vs Genoa

DATI STATISTICI RILEVANTI (AGG. AL 04/01/20 E RIFERITI AL SOLO CAMPIONATO)

  • Per gol fatti (36 in 17 gare, media gol di 2.12 a partita, ben 22 sono arrivati dopo un’azione manovrata, 7 su calcio piazzato, 6 su rigore e 1 in contropiede)
  • Per tiri totali fatti (188, 11.05 tiri a partita)
  • Per tiri in porta effettuati (119 pari al 63% dei tiri totali)
  • Per assist (22, di più ne hanno fatti solo la Lazio e l’Atalanta)
  • Per corner battuti (110)
  • Per cross utili effettuati (122, solo il Lecce ne ha fatto uno in più)
  • 1° ex-equo per gol di testa realizzati (7, a pari merito con il Cagliari)
  • 20° Per parate effettuate (42)
  • Per possesso palla medio a partita (54.6%)
  • Per lanci lunghi effettuati (788)

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xG (Expected Goals)[1]

  • xG a partita (media): 1.83 (a fronte di 2.12 gol a partita effettivi)
  • Per xG totale (32.98 a fronte dei 36 gol effettivamente realizzati)
  • Per xG totale degli avversari (14.99 a fronte dei 14 gol effettivamente incassati)

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[1] É un indice che assegna ad ogni tiro una probabilità (basata su dati statistici storici) che può essere determinata dalla posizione, tipologia di assist, ecc. Una metrica moderna che consente di studiare i risultati delle partite in base alla qualità/quantità delle occasioni create e non in base alla fortuna

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