Questa sera inizia ufficialmente il campionato alla guida del Napoli, per Carlo Ancelotti e, a poche ore dalla sfida contro la Lazio, il “Corriere della Sera” scrive:
“Sono passati nove anni da quel 31 maggio del 2009 quando, vincendo a Firenze 2-0 (gol di Kakà e Pato), Ancelotti mollò l’Italia e diventò un emigrante del pallone. Stasera lo ritroviamo sulla panchina di una nostra squadra molto ambiziosa, il Napoli, e con due avversari di fronte: la Lazio dell’altro Inzaghi, Simone, e il Napoli di Sarri, con il quale i paragoni sono già cominciati e diventeranno spietati, in un senso o nell’altro, fin da subito:
‘È difficile cambiare quando metti le mani su una squadra che ha fatto non bene ma benissimo: serve tempo. È tutto più semplice, invece, se le cose sono andate male: allora sì che riesci a incidere in fretta”.
Ancelotti, con quella sua serenità quasi disarmante in una città che freme, ripartirà da dove aveva lasciato Sarri: il 4-3-3. Un po’ per scelta, un po’ perché il mercato non gli offre grandi soluzioni alternative e nuove:
“Qualche variante però ci sarà, e nient’affatto trascurabile. Hamsik regista anziché Jorginho, ad esempio: riuscirà a plasmare in quel ruolo anche Marek, lui che si è inventato Pirlo pilota del Milan? Cambieranno in parte pure i compiti dei due esterni d’attacco, che spesso dovrebbero partire un po’ più accentrati, senza avere necessariamente i piedi sulla linea laterale. E poi ci sarà Milik centravanti con Mertens che quasi certamente finirà in panchina, anche perché è arrivato tardi dai Mondiali:
‘Le caratteristiche del nostro attaccante centrale, chiunque sia, sono identiche: entrambi si muovono allo stesso modo per sviluppare gioco, anche Milik manda dentro i compagni. Mertens, semmai, ha maggiore rapidità quando va in profondità, mentre l’altro ha più gioco aereo e posizione in area”.