CorSport: “Sarri, ecco come è diventato comandante. Tutta “colpa” di un calciatore azzurro”

«Comandante»: e fu la tenera investitura che un bel giorno l’ignaro Dries Mertens sussurrò dinnanzi a un taccuino spalancato, che offrì all’universo calcio la visione romantica d’un uomo sfuggito alle luci della ribalta senza che se ne scorgesse un motivo. E ce ne faremo una ragione, incapaci di sospettare se e cosa ci siamo persi, per miopia o disattenzione o anche per corresponsabilità soffocate in quella nuvola di fumo, nel libeccio o nella tramontana, nella sanguinosa «ironia» di un «autodidatta» che nel pallone s’è intrufolato a modo suo, andandosi anche a rompere il collo, perché non si può essere o da bosco o da riviera. Il comandante che sta lassù, appena a un passo dalla Vecchia Signora, resta incontaminato e incorreggibile, vi piaccia o no così ve lo dovete tenere, senza il rischio che il sole ne bruci le ali: e in quel calcio danzato, che sa di tante cose messe assieme, ci si può intravedere la fantastica Olanda degli anni 70, le tracce del Guardiolismo e del Sacchismo, qualcosa che rievochi Viciani e anche Zeman, però adesso è Sarrismo; e la sua impronta diffusa qua e là, è divenuta un’orma che insegue Madame, la turba e un po’ l’inquieta.

DIFFICOLTA’. Ma c’è voluto il tempo, forse circa un triennio, per spazzare via la diffidenza, per prendere a pallonate i pregiudizi: e il resto l’ha fatta una lieve torsione, uscendo dal «rombo», votandosi al tridente, prendendosi il meglio di quel Napoli e poi modellandolo, evitando di ritrovarsi – come pure si sospettava dopo due pareggi e una sconfitta all’inizio del mandato – dinnanzi ad un bivio che De Laurentiis, a scanso di equivoci, aveva già demolito. «Per me ne può perdere anche sei consecutive». E fu proprio allora che Maurizio Sarri – rinchiuso in se stesso, in una villa dalla quale uscito solo per andare al ristorante o a Castel Volturno – si è impadronito della scena, s’è catapultato in campo, ha alzato il sipario ed ha lasciato che brillasse quel football verticale, tredici risultati utili consecutivi, la prima tranche d’una stagione in cui quel «dilettante» per poco non sbaragliò i pronostici: finì poi tutto a Udine, in una uggiosa domenica, tra l’ira del pipita e il sospetto che gli dei fossero stati un po’ carogna. Napoli è casa sua e chissà cosa sia riuscito a vedere, oltre il panorama del «Vesuvio», l’albergo nel quale, a mezzanotte, lo accolse De Laurentiis, nel giugno del 2015, per condividere assieme una favola o una follia.

L’ESPLOSIONE. Il comandante è l’uomo dei sogni che ora è diventato un po’ la stella cometa d’uno stadio, il San Paolo, che gli ha dedicato ovazioni e l’ha eletto a totem con la tuta, il collante tra la realtà e la visione da sognatori che si può attraversare senza macchia e senza paura, sapendo che adesso esiste una nuova frontiera ed è sempre un gol più in là. E’ il Napoli del Terzo Millennio, l’ha trascinato nel delirio un allenatore che sa un po’ di Bianchi e un po’ di Pesaola, perché domina gli umori o con il distacco rigoroso di chi la Storia l’ha scritta prendendosi il primo scudetto o con quel sarsasmo di chi invece qui ha scelto poi di starci sino all’ultimo dei suoi giorni.

ATTO DI FEDE. Sarri è uscito dagli schemi, li ha ribaltati, li ha anche umanizzati, poi li ha pure stravolti: è raro, forse unico, che un allenatore affianchi (e talvolta sovrasti) i suoi calciatori, nel gradimento popolare, gli eroi sono i portieri o i centravanti o le ali o i trequartisti, e invece s’è scatenata una mania, e nel «Sarrismo gioia e rivoluzione» c’è un senso di appartenenza globale che via social è divenuto contagioso. Il resto è ciò che si vive, che si sente e si dice e quando Juventus-Napoli è finita, 0-1, con quel drappo che si libera all’orizzonte ed è a portata di mano, l’eco nitida della notte diviene un poster: «Napoli è un Popolo, il Napoli sarà sempre la mia squadra e quando un giorno smetterò e mi diranno cosa hai fatto nella vita, io potrò rispondere: ho allenato il Napoli». I comandanti vanno dritti al cuore della gente.

Fonte: Corriere dello Sport

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