Non è tutto oro quello che luccica

Serviva la vittoria a questo Napoli, reduce da tre sconfitte consecutive tra campionato e Champions, e il risultato conseguito è senza dubbio la vera nota positiva di giornata.

La partita ha avuto infatti due volti, lo snodo principale è stata l’espulsione che ha avuto come protagonista Gabbiadini. Gli azzurri sono stati abili, seppur a ritmi non elevatissimi, a indirizzare fin dai primi minuti la gara su binari favorevoli sfondando la difesa calabrese già al 17′, dopo almeno un paio di potenziali occasioni sfumate per un nulla. Rispetto alle ultime uscite gli azzurri hanno avuto il merito di occupare bene il campo, riuscendo a tenere la giusta distanza tra i reparti anche grazie ad una prestazione diligente e qualitativa dell’esordiente DiawaraGabbiadini, fino al momento dell’espulsione, ha dimostrato anch’egli di aver fatto suoi quei movimenti necessari per poter giocare come punta in questa squadra. Il bergamasco si è fatto notare in positivo, infatti, arretrando di qualche metro il proprio raggio di azione, corroborando l’azione di manovra per farsi poi trovare pronto in zona gol, così come è accaduto qualche minuto prima del vantaggio azzurro quando una sua ottima girata in acrobazia è stata neutralizzata ottimamente da Cordaz. Gli uomini di Sarri hanno conquistato, minuto dopo minuto, il predominio del campo imponendo una maggiore verve tecnica conseguendo, seppur già in inferiorità numerica, il raddoppio. Nessun dubbio quindi sulla vittoria, nonostante un forcig finale calabrese sospinto soprattutto dal gol di Rosi che negli ultimi minuti aveva riaperto la partita.

Non è tutto oro quello che luccica – Dopo aver analizzato le positività di giornata è giusto soffermarsi sugli aspetti che hanno reso meno felice la domenica azzurra. Su tutte è da segnalare con la matita rossa l’espulsione di Gabbiadini. Vero che il bergamasco subisce un fallo sicuramente gratuito in una zona di campo ininfluente (a centrocampo e spalle alla porta) ma la sua reazione è stata inequivocabilmente sbagliata e fuori luogo. Una reazione di stizza, caratterizzata da un tentativo di calcione, che cancella quanto di buono aveva fatto fatto vedere precedentemente inguaiando il Napoli, costringendolo a giocare in 10 uomini per oltre 60′ minuti di gara. Oltre al danno, però, il suo gesto porta in dote anche la beffa. Quasi sicuramente (possiamo anche togliere il quasi) gli azzurri andranno a far visita alla Juventus, sabato prossimo, senza nessuna punta di ruolo. Risulta evidente la gravità del gesto del bergamasco che, in un solo colpo, ha complicato la vita alla propria squadra in ben due match di massima rilevanza (senza considerare la sua assenza, già certa, per la sfida casalinga di mercoledì). Sicuramente il numero 23 azzurro ha pagato la mole di pressione delle ultime settimane, sentendo sulle proprie spalle il peso delle responsabilità e della voglia di dimostrare il proprio valore. Senza però voler infierire oltre misura, queste considerazioni non rappresentano delle attenuanti valide a giustificare il suo gesto, per tempi e modi assolutamente sbagliato. Altra nota stonata della giornata è rappresentata dai troppi errori in fase di passaggio, alcuni di essi in prossimità dell’area di rigore. Quest’ultimo aspetto è stato letale ad esempio in Champions mercoledì ed oggi, seppur con un risultato ampiamente diverso, non è comunque mancato. Risulta evidente che, se la squadra vorrà avvicinarsi ancor di più alla vetta del campionato e sigillare senza sorprese la qualificazione europea, dovrà limitare al minimo il margine d’errore onde depauperare le proprie chance di vittoria. La “guarigione” azzurra non è ancora del tutto arrivata ma, nonostante delle sbavature, si intravedono i primi convincenti segnali di ripresa, da cui occorre ripartire attraverso il lavoro e l’abnegazione al sacrifico perché possa essere considerata completa.

Tornare alla vittoria rappresentava la priorità da centrare senza alcuno tipo di scusanti, conseguirla su un campo non facilissimo ha senza dubbio rappresentato quanto ci si attendeva dalla squadra. Ora, però, occorre correggere già da mercoledì quelle sbavature che ancora oggi hanno sporcato la prestazione odierna, ripartendo da un morale ritrovato e da una classifica che ha cambiato il suo broncio in un sottile sorriso. Il dispiacere più grande sarà senz’altro affrontare le successive partite, che dovranno certificare la guarigione azzurra, senza un giocatore come Gabbiadini che mai come oggi aveva dimostrato di poter avere un ruolo finalmente attivo e producente. Ciò che però deve trasmettere positività è la “scoperta” di Diawara, soldato più che arruolabile per i prossimi duelli, in primis quello di Torino, e la possibilità di variare gli interpreti di spinta contando su Giaccherini, Insigne, Callejon e Mertens. Da questi giocatori dovrà uscire la risposta alla grande assenza della punta di ruolo e, considerando la loro qualità e duttilità, si potranno ugualmente dormire sonni tranquilli.

Per ora a contare è il risultato, lo si porta a casa con soddisfazione e gioia perché ogni tentativo di vittoria finale passa, inequivocabilmente, dal maggior numero di punti conquistati. I modi con cui ci si arriva sono secondari, ad incantare ci sarà sempre tempo. Avanti così quindi per un domani, se possibile, migliore.

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