ESCLUSIVA MN – Napoli, l’ex talent scout Salvatore Nardi: “L’esperienza azzurra è stata molto importante. Luperto? Lo segnalai durante Salernitana-Lecce. Ecco cosa deve avere una piazza come Napoli”

Salvatore Nardi, ex talent scout del Napoli e ora in collaborazione con diverse società professionistiche, ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni di MondoNapoli:

In questo momento lei di cosa si occupa?
“Sono laureato in comunicazione aziendale e lavoro come talent scout da 10 anni in collaborazione con club italiani e stranieri. Ho avuto la fortuna di crescere due anni e mezzo nel Sorrento, società a cui sarò riconoscente a vita, e dove ho avuto con me l’attaccante del Borussia Dortmund Ciro Immobile“.

Ci può parlare della sua esperienza al Napoli? Cosa pensi del settore giovanile del Napoli?
“Ho vinto lo scudetto insieme a Diego Armando Maradona jr con il Napoli Beach Soccer , dopo di che sono stato al Napoli per 4 anni, esperienza che ritengo di grande rilevanza. Terminata l’esperienza azzurra, ma mantenendo sempre collaborazioni, lo scorso anno avevo voglia di un’avventura stimolante e scelsi Cava dei Tirreni, piazza di grande tradizione e dal tifo eccezionale. Un’annata stupenda sotto il profilo umano, meno fortunata sotto il discorso sportivo.
I miei responsabili negli anni azzurri sono stati: Beppe Santoro, uomo di fiducia di Mazzarri, Luigi Caffarelli e Francesco Barresi ora al Hellas Verona.

La nostra difficoltà oggettiva era ricucire i rapporti con le scuole calcio che negli anni addietro erano stati poco curati. Spero che con l’arrivo di Gianluca Grava le cose stiano cambiando, una piazza come Napoli deve avere la sua ‘Cittadella dello Sport’ ma soprattutto aumentare notevolmente il budget da investire nel settore giovanile.
L’handicap che De Laurentiis ha dovuto fronteggiare è stato quello di dover portare ad alti livelli in primis la prima squadra. Fatto ciò ora è arrivato il momento di puntare forte sui giovani. Faccio un esempio: Donnarumma (99′ del Milan) in porta, Verde (96′ della Roma) e Mandragora (97′ del Genoa), tutti napoletani che quest’anno hanno toccato con mano la A. Ora quanto valgono?
Il Napoli deve capire che il settore giovanile è la risorsa primaria di sostentamento di un club-azienda, la nostra città ha il bacino d’utenza più forte d’ Italia e non solo”.

Ci parli di Luperto e che impressione l’ha fatta Luperto al suo esordio in Serie A?
“Domenica ha esordito uno dei ‘miei ragazzi’ che ho selezionato per gli azzurri nel 2013: Sebastiano Luperto. Lo segnalai in occasione di un Salernitana-Lecce, categoria Berretti, disputatasi ad Eboli (Sa). Classe 96′, ragazzo serio e di grande prospettiva, può ricoprire tutti i ruoli difensivi. L’ho sentito nel post gara ed era felicissimo di questa opportunità che Benitez gli ha riservato”.

C’è qualche altro giocatore del Napoli pronto all’esordio in A secondo lei?
“Per correttezza non mi va di citare altri ragazzi per non fare torto a nessuno, ma posso assicurare che la cantera azzurra ha nelle sue squadre altri giovani di grande prospettiva. Mi ritengo soddisfatto del lavoro certosino che abbiamo svolto, le annate che ho selezionato oscillano dai 1994 fino ai 2001.
Ho provato a modificare il ruolo di osservatore: non solo limitarmi a selezionare un ragazzo, ma studiarne i particolari, conoscere il suo quotidiano, i suoi trascorsi. Anche per questo motivo ho iniziato a curare da diversi mesi su Facebook un blog dal titolo ‘Calciamo Insieme’, che invito a seguire. Basta un semplice mi piace alla pagina per essere aggiornato su questo ricco ‘contenitore’ di storie di talenti di casa nostra e con la possibilità di interagire sulle dinamiche prevalentemente del calcio giovanile”.

Dove vede il suo futuro?
“Non so perché attualmente lavoro con diversi club, mi farebbe piacere lavorare come braccio destro di qualche allenatore, una specie di uomo di riferimento”.

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Giuseppe D’Ambrosio

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