Un’altra squadra campana vittima di discriminazioni territoriali, ma il giudice sportivo non provvede…

L’anno scorso il campionato italiano ha forse stabilito un nuovo record: il numero di giornate di squalifica delle Curve. Già, causa discriminazioni territoriali, o cori razzisti che dir si voglia, molte volte uno o più settori dello stadio sono rimasti chiusi per una o due giornate, e oltre alla pessima figura fatta a livello internazionale, ne hanno pagato il prezzo lo spettacolo, gli abbonati, e tutti quei tifosi, degni di essere chiamati tali. Una ricca lista di “debitori”, per colpa di una minoranza di tifosi indegni.

Com’è ormai ben noto, la maggior parte di questi cori è stata rivolta ai tifosi napoletani. Celeberrimo è il coro “Vesuvio, lavali col fuoco”. Questo slogan è ormai un insulto che va di “moda” cotro le squadre campane. Ultimo di questi episodi, è quello capitato sabato pomeriggio nel match di Lega Pro, tra Foggia e Savoia. I tifosi pugliesi, hanno auspicato con cori a ritmo, l’eruzione del vulcano campano, e augurato cattiva sorte ai tifosi e agli abitanti di Torre Annunziata.

Un episodio non singolare, per la tifoseria foggiana, che risulta la più penalizzata dell’ intera Lega Pro, per discriminazioni territoriali. E la cosa più vergognosa è che il giudice sportivo Pasquale Marino, non abbia adottato alcun provvedimento disciplinare nei confronti dei pugliesi. Qualora anche sciauguratamente arbitro e assistenti di gara, non si fossero accorti di tali cori, i mezzi tecnologici per risalire al misfatto, ci sono eccome.

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