Il ritorno al “maledetto” Franchi. Cosa aspettarsi da Fiorentina-Napoli?

Domenica alle 12:30, il Napoli giocherà allo stadio Artemio Franchi contro la Fiorentina. Una partita molto temuta visto il drammatico precedente della stagione 2017/18. In quell’occasione, gli azzurri persero per 3-0, vanificando ogni possibilità di vincere lo scudetto. Infatti, la Juventus allungò in modo decisivo dopo una vittoria contro l’Inter che ancora oggi fa molto discutere. Alla vigilia della trentasettesima giornata, la situazione è molto simile: i bianconeri che ospiteranno i freschi campioni d’Italia, il Napoli che torna in quello stadio che sembra “maledetto”. Cosa attenderà i partenopei in una delle partite più importanti della stagione?

La prima cosa da dire è che c’è una grande differenza rispetto al precedente del 2018: il Napoli ha il proprio destino in mano. Anche se gli uomini di Pirlo dovessero sconfiggere quelli di Conte, una vittoria contro i viola consentirebbe di conservare un posto valido per l’accesso alla Champions League. In tal caso, basterebbe battere l’Hellas Verona nell’ultima giornata per essere certi di disputare la massima competizione iridata. Mentre nel precedente scorso, era la Juventus ad essere davanti, anche una vittoria al Franchi avrebbe visto il Napoli restare dietro. Farsi influenzare da quella partita è quanto di più negativo possano fare gli uomini di Gattuso.

Non a caso, quella sfida è figlia di un’altra situazione di quel campionato: i confronti Lazio-Juventus e Napoli-Roma. Vittoria molto discussa della Juventus e sconfitta inattesa del Napoli. Occasione che però vedeva gli azzurri padroni del proprio destino, quindi con una vittoria sarebbe stato mantenuto il primo posto. In quella sfida, una squadra che sembrava spensierata e lanciata verso lo scudetto, vide crescere la paura in sé, iniziando a cercare il gol con la forza, snaturandosi. La Roma fu brava ad approfittarne e a vincere la sfida. Dunque, sorge spontaneo il dubbio: è stata la vittoria dei bianconeri ad influenzare la prestazione dei partenopei o è una sconfitta figlia della pressione di dover vincere a tutti i costi? In un certo senso, entrambe le cose.

Quella famosa giornata è stata il remake di quel precedente: una squadra obbligata a vincere che inciampa e perde tutto sul più bello. Un Napoli destinato a trionfare che perde tutto nel giro di alcune ore. In modo inaspettato, contro una squadra all’apparenza d’intralcio, che inflisse ai partenopei la più dura sconfitta dell’era Sarri. Sembra la fotografia di questa giornata: un limbo tra la gloria e il dolore. Cosa dovrà fare il Napoli per scacciare quei fantasmi e vincere una partita che suscita grande preoccupazione tra i tifosi?

Ora, arrivati al momento cruciale della stagione, bisogna dimostrare di essere una grande squadra e andare a vincere, soprattutto quando si è obbligati. È in queste occasioni che l’entusiasmo viene a mancare, non basta più per vincere. Serve la concretezza, non bisogna vincere, ma portare a casa la vittoria. C’è una differenza tra vincere e portare a casa la vittoria: vincere è quando meriti il risultato giocando alla grande, portare a casa la vittoria è quando anche in una situazione difficile ottieni i tre punti, perché sei una grande squadra. I classici 1-0, i colpi da fuoriclasse, questo è portare a casa una vittoria, queste partite decidono i campionati. E si tratta della più grande mancanza dei partenopei: una squadra forte ma che probabilmente non si è mai resa conto di tutto il suo potenziale.

Il Napoli non ha quasi mai strappato vittorie. I risultati degli azzurri quasi sempre hanno fotografato la prestazione dei partenopei. Ogni tanto hanno visto delle battute d’arresto immeritate, ma fanno parte di un qualsiasi campionato. L’unica occasione in cui si può dire di aver portato la vittoria a casa è Udinese-Napoli: una brutta partita risolta con un colpo di testa di Bakayoko, quando l’1-1 sembrava scritto. In molte occasioni, sarebbe servita questa cattiveria, in questo momento probabilmente staremmo a parlare di una squadra sicura del posto in Champions, forse a contendersi il titolo con l’Inter. Ma la storia non si fa con i se e con i ma. Fiorentina-Napoli è una partita che va vinta a tutti i costi, non conta più il passato, i passi falsi, conta quello che si ha davanti.

La situazione psicologica mostra i viola come un avversario temibile, l’ultimo grande ostacolo prima della gioia, quello che però è spesso risultato fatale (come se con l’Hellas Verona la vittoria fosse già scritta, guai a sottovalutare un qualsiasi avversario). È questo a condizionare gli appassionati. Tuttavia, la realtà racconta che il Napoli è una delle squadre più in forma del campionato, e va a giocare contro una squadra matematicamente salva, senza grandi obiettivi. Quale deve essere la preoccupazione? Non bisogna sottovalutare, ma nemmeno sopravvalutare. Altrimenti si scade nella paura, e questa non porta a nulla.

La Juventus giocherà sì con un giorno d’anticipo, ma ciò non può e non deve condizionare per l’ennesima volta gli azzurri. Non si può pensare di andare in Champions se in una situazione simile si è intenti ad attendere il risultato delle dirette concorrenti, senza concentrarsi sul vincere la propria sfida. Nel calcio di oggi si vince con un gol in più, non sperando nei passi falsi delle avversarie. Anche se la Juve vincesse nella maniera più fortunosa possibile, con una vittoria a Firenze gli azzurri sarebbero davanti.

In conclusione: questa partita è l’esame di maturità del Napoli. Va dimostrato più di ogni altra occasione di essere una squadra da Champions, senza farsi intimorire da prestazioni degli avversari o dagli errori passati. Sarà questa partita a decretare se gli azzurri meritano di stare tra le prime quattro, se sono una squadra matura e in grado di affrontare sfide sempre più intriganti e di livello.

Articolo precedenteBucchi: “Che bel duello Vlahovic-Osimhen: hanno una caratteristica in comune”
Articolo successivoVidigal: “Tornerò a Napoli! Nuno Mendes? Mi ricorda Marcelo!”