Insigne-Napoli, odi et amo: quante ne abbiamo passate insieme

Chi è il capitano nel calcio? E che ruolo svolge? Sarebbe più facile spiegare chi non è il capitano. È il punto di riferimento del gruppo e svolge la funzione di guida, come Virgilio per Dante nella Divina Commedia. È colui che sente più degli altri ogni singola partita, già è difficile così e pensa essere il capitano della propria città che peso rappresenterebbe. Il peso che regge sulle spalle Lorenzo Insigne dal momento in cui Marek Hamsik ha lasciato Napoli. Insigne, di origine frattese, rappresenta ogni settimana su quel campo da calcio la sua città con quella fascia al braccio tanto bella quanto pesante. Un ruolo molto difficile che ti arreca tante pressioni e ti espone a maggiori critiche e responsabilità.

Il 24 azzurro lo sa bene, infatti è stato tante volte al centro di polemiche e di commenti negativi che l’hanno tormentato negli anni. Ma non ha mai mollato e ha sempre lottato per l’amore della sua città e della sua maglia. Quella maglia che ha sempre sudato e onorato, e con la quale ieri si è confermato essere storia del popolo azzurro.

Infatti Lorenzo con il gol sul rigore – contro la Juventus – ha raggiunto le 100 reti in azzurro portandosi al settimo posto, dietro Vojak, della classifica dei marcatori azzurri di tutti i tempi. Un traguardo che fa orgoglio, ma soprattutto che mette a tacere tutto quei brutti giudizi sul suo conto e sul suo amore per il Napoli. Quale giorno migliore se non quello di San Valentino per celebrare l’amore del capitano per i propri colori: quel gol di ieri rappresenta un bacio di passione, quella dello scugnizzo per la sua Partenope, mentre la porta rappresenta Napoli che si “gonfia” di gioia a ogni traguardo della squadra e dei singoli.

Ripercorriamo 3 dei momenti più belli ed emozionanti, nella buona e nella cattiva sorte, che hanno caratterizzato l’avventura del magnifico in azzurro.

L’esordio

Non si può non citare l’inizio di tutto: 24 gennaio 2010. Ma in realtà la data citata è solo un finto esordio, che vale solo su carta, visto che Mazzarri schiera Insigne contro il Livorno al 94′, lasciandogli giocare quindi solo pochi secondi. Il vero esordio, o almeno quello morale, avviene il 26 agosto 2012 contro il Palermo, gara vinta dagli azzurri per 3-0. L’attuale capitano azzurro quel giorno giocò ben sessanta minuti, che hanno segnato l’inizio della sua avventura in azzurro. Infatti Lorenzo da quel giorno ha sempre acquisito più spazio nelle gerarchie della rosa e con questa maglia ha calcato il terreno del Bernabéu e dell’Anfield.

Il gol al Real Madrid


Un altro significante episodio di Insigne con il Napoli è il gol al Bernabéu, che infuse speranza del passaggio del turno contro il Real Madrid. Infatti il Napoli nella Champions League del 2017, dopo essere passato come primo nel girone B composto da Benfica, Besiktas, Dynamo Kiev e ovviamente Napoli, sorteggiò agli ottavi come avversario i blancos. Un avversario molto arduo, insomma serviva una vera e propria impresa per gli azzurri affinché passassero il turno. L’andata si giocò a Madrid e ad aprire le danze fu proprio Lorenzo Insigne: un tiro a pallonetto dalla distanza che si rivelò efficace e sorprese Navas fuori dai pali. Quel gol è servito a ben poco, considerando il risultato della doppia sfida (6-2 per il Real), ma ha un valore simbolico che mostra la voglia, di Lorenzo in primis e della squadra poi, nel cercare di passare il turno.

Il rigore sbagliato con la Juventus


Il terzo momento significativo è il rigore sbagliato contro la Juventus quest’anno nella finalissima di Supercoppa Italiana. Un episodio tutt’altro che bello per la società, i tifosi, la squadra e lo stesso Insigne, ma quel pianto liberatorio a fine match rivela l’attaccamento alla maglia del capitano. Di sicuro quel rigore sbagliato ha un’importante peso sulla sconfitta finale, ma prendere quel pallone e scegliere di andare a tirare, assumendosi quindi una grande responsabilità, non è un’azione di poca rilevanza. D’altronde i rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli.

Quello che si può dedurre da questi 3 momenti è che ci sono stati momenti belli e brutti, alti e bassi per il giocatore azzurro, ma sono stati tutti fondamentali per la sua crescita e per il raggiungimento dei 100 gol. Ovviamente ci si augura che questo obiettivo raggiunto sia solo uno dei primi di una carriera fatta di successi e vittorie.

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