Fabian Ruiz, in questi due anni e mezzo di Napoli, ha messo in disaccordo addetti ai lavori e tifosi. “È un regista”, “no, è una mezzala”, “forse è un trequartista”. Lo stesso Ancelotti l’ha schierato un po’ ovunque nel centrocampo e, con l’insediamento di Gattuso (che l’ha messo largo a destra nella linea a tre), è stato fatto un sospiro di sollievo, perché – quasi per tutti – lo spagnolo sarebbe tornato nel suo ruolo naturale. Poi, il nuovo ribaltone. 4-2-3-1 e mediana in coppia con Zielinski: il ritorno dei fantasmi del calcio liquido.
La svolta, però, è arrivata dal mercato: con Bakayoko, Fabian è esente da compiti di copertura, da sempre una sua debolezza, e può concentrarsi unicamente sullo smistare la miriade di palloni che passa dai suoi piedi, molti di questi, quasi unicamente in verticale, direzione Mertens, come vuole Gattuso. Morale della favola: forse Fabian, oltre alla collocazione giusta, necessitava di un compagno di reparto compatibile. E se son rose fioriranno…