Non è stato il mercato pirotecnico a caratterizzare l’estate del Napoli che, oculatamente, ha dato a Carlo Ancelotti nuovi tasselli da inserire in una rosa già forte di suo. Nessun campione affermato o nomi da titoloni in prima pagina, eppure gli azzurri si sono riconfermati la seconda forza del campionato a +8 dall’Inter, osannata per gli acquisti fatti, e con un punto in meno rispetto l’anno scorso.

L’esito negativo della Champions in quel girone della morte ha lasciato un po’ di amaro in bocca considerando il percorso fatto, ma – al contempo – la giusta carica per disputare e onorare un impegno comunque importante come l’Europa League, competizione in cui i partenopei potranno essere protagonisti. Vediamo nel dettaglio il rendimento dei nuovi arrivati da agosto fino ad oggi:

David Ospina, classe 1988, è arrivato in terra napoletana nell’ultimo giorno di mercato utile in prestito dall’Arsenal. La sua esperienza, soprattutto in nazionale colombiana, e la sua sicurezza fra i pali hanno piacevolmente colpito la piazza che, attraverso le sue parate soprattutto con i piedi in modo molto particolare, hanno richiamato la memoria di Garella negli anni vissuti a Napoli.

Dopo un iniziale periodo di assestamento, ha imparato a dialogare con i compagni di difesa e a garantire protezione fra i pali, anche se la rete presa in Champions dal Liverpool è costata cara al Napoli che è uscito dalla massima competizione europea beffato da Salah. Ha disputato 15 partite stagionali subendo 19 reti. Tutto sommato, un pollice in alto per il numero 25 che potrebbe restare un altro anno se raggiungerà le 30 presenze stagionali con un riscatto di circa 4 milioni.

Orestis Karnezis, classe 1985, venuto insieme all’altro compagno di reparto Alex Meret in una operazione definita con l’Udinese, è stato l’acquisto arrivato in sordina perché conscio che non avrebbe vissuto questa esperienza da protagonista. Nonostante tutto, Carlo Ancelotti gli ha dato qualche chance per potersi far valere dopo un pre-campionato non proprio brillante. Ottima la sua prestazione alla prima contro la Lazio, bravo nelle altre uscite in campionato. Non ha fatto sentire l’assenza di Meret, confermandosi una pedina importante per far ruotare anche i portieri.

Alex Meret, classe 1997, è il gioiellino italiano su cui il Napoli ha deciso di puntare per il presente ma soprattutto per il futuro. È costato 25 milioni dall’Udinese, un prezzo non basso, ma che potrebbe diventare irrisorio se le prestazioni e la prospettiva rosea di cui tanti esperti di calcio hanno previsto saranno di alto livello. Molto sfortunato dal punto di vista fisico, già l’anno scorso al primo anno in serie A ha dovuto lasciare il posto a Gomis per infortunio disputando appena 13 gare.

È partito maluccio anche in maglia azzurra: fuori per quattro mesi dopo la frattura al terzo dito causata da uno scontro di gioco con Mezzoni a Dimaro, appena al secondo giorno di ritiro, e un problema alla spalla (superato) che ha tardato maggiormente il suo rientro. La pazienza ha, però, portato i suoi frutti con l’esordio stagionale contro il Frosinone, in cui non era stato impiegato molto, e quello contro la sua ex squadra, la SPAL, In cui – invece – ha fatto la differenza soprattutto nel finale di gara evitando un doloroso e sanguinoso pareggio casalingo. Una prodezza che può solo dare fiducia a questo ragazzo che ha voglia di dimostrare il proprio talento. Bisogna, ovviamente, andare cauti con i paragoni e soprattutto con l’entusiasmo, il talento c’è e si vede, ma bisognerà utilizzarlo bene affinché possa crescere e fare la differenza nel Napoli e magari nell’Italia di Mancini, pronta a convocarlo in prima squadra. Il futuro è suo. Per ora zero gol subìti con lui in porta: talismano.

Kevin Malcuit, classe 1991, da pochi conosciuti per la sua carriera passata principalmente in Francia. È arrivata per sostituire Christian Maggio trasferitosi al Benevento dopo 10 anni in maglia azzurra, ha dovuto sin da subito lavorare duramente per convincere l’allenatore e i tifosi del proprio valore. Bravo in fase offensiva, all’inizio carente in quella difensiva si è rivelato un rinforzo positivo per il contributo dato finora grazie a dei miglioramenti evidenti dal punto di vista tattico e la forza fisica che ha giovato la fascia destra.

Non ha ancora disputato da titolare gare importanti, preferito in Champions da Maksimovic per quei centimetri che potevano essere utili in area di rigore, ha però sempre preso la sufficienza quando è stato chiamato. Un buon giocatore, dunque, che appare più di un’alternativa ad Elseid Hysaj.

Fabìan Ruiz, classe 1996, è forse la vera rivelazione del Napoli fino a questo momento. La clausola di 30 milioni pagata al Betis è stata il segno evidente di quanto De Laurentiis abbia creduto sin dal primo istante nelle potenzialità di questo gigante spagnolo che, per caratteristiche fisiche e tecniche, è il vero jolly di Ancelotti che lo ha schierato: centrocampista a destra, sinistra, centrale e in attacco come trequartista e addirittura seconda punta contro il Frosinone. Sinistro potente, micidiale, il suo vero punto di forza insomma, ma non disdegna nemmeno il destro con il quale ha realizzato un grandissimo gol ad Udine. 15 presenze totali e tre reti, fra le quali due pesantissime a Bergamo e soprattutto nel pantano del Marassi contro il Genoa, palesando una forte personalità che va al di là dei suoi anni. Pecca un po’ di continuità durante la gara, deve abituarsi a distribuire meglio le energie per evitare di arrivare sfinito dopo un’ora di gioco. L’esperienza in Champions ha sicuramente ampliato il suo bagaglio calcistico, confermando la sua importanza dinanzi ad un palcoscenico formato da grandi stelle dove lui non ha per niente sfigurato.

Simone Verdi, classe 1992, protagonista del rifiuto a gennaio perché, come ha spiegato, coerente con la scelta di finire la stagione al Bologna, squadra che gli ha permesso di consacrarsi e di maturare. Non tutti all’inizio avevano capito la sua scelta, oggi però l’attaccante azzurro è uno degli acquisti estivi più amati.

Anche lui, come Meret, è stato molto sfortunato con gli infortuni, non riuscendo a trovare una certa quantità di gioco. Si ricorda prestazione contro il Torino, dopo una partenza in campionato a rilento, in cui ha segnato il suo primo volo con questa maglia. D’altronde la sua duttilità e la capacità di usare il destro o il sinistro indifferentemente sono le qualità che hanno convinto il patron azzurro a puntare su di lui, aspettandolo dunque fino a giugno. Finora può vantare solo 6 presenze, ma è pronto per ritagliarsi il suo spazio in questa squadra. Dopo la sosta di gennaio, salute permettendo, potrebbe essere la pedina in più in questo variegato attacco partenopeo.

Amin Younes, classe 1993, è stato il vero mistero del mercato di gennaio. Dopo essere stato preso dall’Ajax e aver assistito al San Paolo ad una partita della sua nuova squadra, non si è fatto più nulla ed è tornato, in gran segreto, in Olanda fra lo stupore generale. Ufficialmente sarebbe rincasato per motivi personali, ma non si sa bene se ci sia dell’altro sotto. La firma sul contratto nel mercato invernale, però, non si è potuta cancellare, così la sua avventura in maglia azzurra si sarebbe ritardata solo di qualche mese.

In estate l’interesse del Genoa poteva spingerlo in maglia rossoblu, ma l’infortunio rimediato al tendine d’Achille ha fatto sfumare la trattativa. Bene per il Napoli che, oggi, completamente guarito, può contare su una pedina in più in attacco. Pochissimi minuti contro il Frosinone, poi tanta panchina e tribuna per l’attaccante di origini libanese. Non si può fare un bilancio, ci si aspetta però tanto da lui nella seconda parte della stagione.

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