L’ANALISI – Il tabù San Paolo e la maturità che si ferma al palo

    E’ un pari quello con il Sassuolo che brucia più di altri. Napoli incapace di gestire una gara dove i nero-verdi poco hanno fatto o nulla e nell’unico vero tiro nello specchio hanno trovato il pareggio.

    Non è bastata la magia di Insigne nel primo tempo a regalare i tre punti al Napoli che l’avrebbero rilanciato in classifica. Al gol di Lorenzo con quel suo tiro a giro, che tante volte aveva provato e che finalmente gli era riuscito, un po’ tutti hanno pensato che finalmente al Napoli anche le cose difficili iniziavano a riuscire con facilità. Ed invece no….ecco che è uscita nella ripresa di nuovo la squadra incapace di gestire il risultato e che, per l’ennesima volta, è stata bocciata all’esame di maturità. E non solo la squadra ma anche Sarri escono bocciati da una serata che avrebbe potuto rilanciare classifica e morale degli azzurri. Un Napoli che, tra Campionato e Champions, non vince in casa da più di un mese (2-0 all’Empoli del lontano 26 ottobre). Quello che una volta era un fortino è diventato terra di conquista, di punti, per le avversarie anche non irresistibili come lo era il Sassuolo ieri sera. Il Napoli passa così dal “blocco mentale” al “mentalmente immaturo”. Forse Sarri dovrebbe aprire i libri di Freud invece che quelli di tattica per allenare questa squadra. Ancora una volta il risultato delle altre partite era noto e se mentre contro la Dinamo il pari non avrebbe cambiato nulla in vista di Lisbona, il pareggio di ieri sera tarpa invece le ali di una squadra che avrebbe potuto spiccare il volo verso le zone alte tenendo il passo delle contendenti e approfittando dello stop inaspettato della capolista.

    Ed invece neanche questo è servito per dare la scossa mentale all’undici di Sarri e allo stesso tecnico che, nel tacciare di immaturità i suoi ragazzi, mette al patibolo se stesso. Non è forse lui che dovrebbe dare la scossa alla squadra? Anche nei cambi di ieri sera un po’ di immaturità l’ha dimostrata anche il tecnico azzurro. Gabbiadini tolto dal campo forse troppo presto per mettere un Mertens, diffidato, che dopo pochi minuti si becca un giallo inutile che gli farà saltare il match di venerdì contro l’Inter che già profuma di ultima spiaggia per rilanciarsi in Campionato. Perché non lasciare Manolo in campo per i novanta minuti e dargli un po’ di fiducia? Magari sarebbe….maturato, nel prendersi qualche responsabilità in più. Adesso, gioco forza, dovrà farlo contro l’Inter….ma con quale spirito? Certo Mertens ha creato qualche scompiglio in più in diverse ripartenze ma, se nel tre contro due ci si inventa i tiri dalla distanza, invece di aggredire i sedici metri…beh allora forse anche Manolo ne sarebbe stato capace. Era la serata per rilanciare Jorginho, proprio per dare fiato a Diawara, ma ancora una volta l’italo-brasiliano ha deluso, almeno nella ripresa, quando è andato in difficoltà nell’uno contro uno con il trequartista che Di Francesco gli ha abilmente messo contro. Ecco…i cambi…quelli che con gli uomini contati e non con la panchina lunga, ha saputo fare il mister del Sassuolo. L’ingresso di Defrel gli regala il pareggio nell’unica versa incursione, grazie anche alla difesa azzurra colpevolmente larga per permettere al promettente attaccante, seguito anche da Giuntoli, di tirare con tutta la porta spalancata davanti a se. Magari un occhio in più sia Hysaj che Chiriches lo avrebbero potuto dare stringendo il raggio di azione dell’attaccante nero verde. Ma forse anche a loro, questa sera, mancava la giusta maturità? Una maturità che sarebbe potuta diventare Laurea se il colpo di biliardo di Callejon non si fosse infranto sul palo all’ultimo minuto di gioco…..adesso staremmo parlando di tutt’altro. Ma anche questo è lo specchio della stagione del Napoli che deve imparare a chiudere le gare appena può e non recriminare alla fine per un’azione sfortunata. Soprattutto questo è maturità e crescita mentale di un gruppo, allenatore incluso, che deve cercare di essere più concreto e specchiarsi di meno nella vanagloria.

    Dopo l’Inter al San Paolo, ci sarà la gara di Lisbona che vale il prosieguo del cammino in Champions che porta soldi nella casse per il tanto decantato fatturato oltre a tanto prestigio. Sarà il vero esame per tutto il gruppo e che segnerà inesorabilmente la stagione azzurra in positivo o negativo. Come diceva Eduardo…”gli esami non finisco mai” e stavolta il Napoli deve passarli senza alibi preparandosi nel migliore dei modi all’appuntamento.

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