Romanzo Calcistico: Salvatore Aronica, “pretoriano mazzarriano”

Un “pretoriano di Walter Mazzarri”. Così può essere ben definito il difensore Salvatore Aronica, protagonista della puntata numero 20 della nostra rubrica Romanzo Calcistico. Siciliano di Palermo, Aronica arriva in maglia azzurra all’età di 30 anni nel 2008, mettendosi a disposizione di Edi Reja. La sua è un’annata in chiaroscuro, come quella di tutta la squadra, che dalla zona Champions arretra fino ad un mediocre centro-classifica. L’interregno di Roberto Donadoni non porta gli effetti sperati, cosicché ad ottobre 2009 arriva per Aronica l’uomo della svolta: Walter Mazzarri.

I due si conoscono molto bene, visto che il difensore palermitano è stato una delle colonne di quella Reggina capace di compiere un vero e proprio miracolo sportivo, raggiungendo una storica salvezza pur partendo da 11 punti di penalizzazione. Aronica diventa parte integrante di un solidissimo terzetto difensivo insieme a Paolo Cannavaro e Hugo Campagnaro, che recita una parte importante nella rimonta in classifica degli azzurri, i quali restano a lungo imbattuti e sfiorano la qualificazione in Champions (sfuggita nel finale di campionato). La stagione 2009-2010 segna comunque il ritorno del Napoli in Europa League, antipasto della grandissima (e da molti inaspettata) annata successiva.

Trascinati dalla qualità dei “tre tenori” Hamsik, Lavezzi e Cavani e dalla solidità di difesa e centrocampo, la squadra sorprende tifosi e addetti ai lavori, arrivando addirittura a pensare allo scudetto. A poche domeniche dalla fine, però, gli azzurri hanno un calo e il tricolore va al Milan, piazzandosi però al terzo posto. Tale traguardo significa Champions League, con Aronica al settimo cielo, visto il suo rendimento esaltante (al pari di altri “gregari” come Pazienza e Dossena).

Totò affronta la Champions con dignità, non sfigurando in nessuna delle partite del girone di ferro contro Bayern, City e Villareal, al termine del quale arriva una storica qualificazione agli ottavi. L’impresa col Chelsea sembrava fatta dopo il meraviglioso 3-1 del San Paolo, ma la forza di Drogba e compagni ribalta tutto a Stamford Bridge, con lo stesso Aronica surclassato dall’ivoriano in occasione del primo gol.

Il 4-1 per gli inglesi lascia l’amaro in bocca, ma la stagione regalerà nel suo finale un trofeo: la Coppa Italia. Di fronte alla Juventus dell’ultimo Del Piero, il trio Campagnaro-Cannavaro-Aronica gioca la partita perfetta. Al resto ci pensano “i tre tenori” e la vittoria per 2-0 fa scoppiare di gioia il popolo napoletano, che festeggia un trofeo dopo 22 anni di attesa. La storia di Aronica a Napoli si chiude di fatto lì, visto che il recupero di Britos lo relega a riserva fino a gennaio 2013, quando si trasferisce al Palermo dopo ben 141 presenze in maglia azzurra: niente male per un calciatore arrivato a Napoli a 30 anni.

Tra le tante gioie vissute all’ombra del Vesuvio, Aronica ne ha ricordate due in una recente intervista a Radio Kiss Kiss: “Gli ottavi di Champions e la finale di Coppa Italia mi hanno lasciato l’amore dentro. Tornare alla stazione di Napoli e trovare 20mila persone ad aspettarti fu incredibile, ci mettemmo più tempo ad uscire dalla stazione che a tornare a Napoli. Sono delle cose che ti restano per sempre”.

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