La corsa sulla Champions continua. Il Napoli ha battuto la Stella Rossa tra qualità di gioco, e di prestazione generale, grinta e motivazioni ben diverse dal nefasto pareggio di pochi giorni prima contro un modesto Chievo al San Paolo.
La squadra di Ancelotti si conferma al primo posto del girone, con 9 punti; ad una lunghezza c’è il PSG di Neymar che batte il Liverpool per 2-1 tra le mura amiche e porta i Reds in una situazione di difficoltà estrema.
Salah&co. dovranno infatti battere necessariamente il Napoli ad Anfield per centrare una qualificazione che, dopo la vittoria in casa contro la Stella Rossa, sembrava fatta.
La Champions si carica da sé
La Champions non è una competizione come le altre, e Ancelotti lo sa bene. Proprio per questo, il tecnico di Reggiolo continua con la propria via: Maksimovic finto terzino destro e stessa storia per Ruiz, che da ala sinistra si trasforma spesso in trequartista puro.
Oltre che dal punto di vista tattico, anche tecnicamente non c’è stata partita. Gli inserimenti di Mertens e Insigne, sempre bravi ad attaccare la porta serba, non hanno lasciato scampo agli uomini di Milojević, sempre in grande affanno nell’affrontare la coppia offensiva azzurra.
Dal 4-4-2 al 3-2-3-2
Come già anticipato, Carletto ci tiene alla sua invenzione tattica e in Europa la ripropone di continuo, inanellando continui successi. Dal 4-4-2 standard, del resto, il Napoli, ieri sera, si è spesso schierato con un 3-2-3-2 estremamente anomalo.
In un tale palcoscenico, in cui la coppia centrale di centrocampisti era composta da Hamsik e Allan, sempre sugli scudi, i tre trequartisti, sempre a ridosso dell’area della Stella Rossa, erano in ordine (da sinistra verso destra): Mario Rui-Fabián-Callejón.
Il nuovo schieramento ha dotato la squadra di imprevedibilità: spesso, infatti, Mertens si allargava per dare ampiezza, creando spazi sfruttati sempre bene dai fantasisti che aveva alle spalle. Mario Rui stesso, senza particolari compiti difensivi, sembra aver ritrovato se stesso dopo un pericolo di ombre e prestazioni mediocri.
Il ritorno del capitano
Grazie alla simmetria particolare della nuova disposizione, tra l’altro, è ritornato il gioco centrale e tra le linee, tanto mancato e ricercato nel match casalingo contro il Chievo. Le cause sono da ricercarsi in più fattori (sicuramente la presenza dell’ormai insostituibile Ruiz ha aiutato), specialmente nel ritorno (e che ritorno!) del capitano.
Marek Hamsik ha collezionato, nella serata del 28 novembre, la migliore prestazione stagionale. Al fianco di Allan, il numero 17 ha incantato per qualità e personalità in inizio azione e per la foga, che tanto necessitava, in fase difensiva. L’adattamento ad un nuovo ruolo era questione di tempo. E chi non credeva in lui è costretto ancora a tacere.
Il minutaggio concessogli da Ancelotti, poi, è mossa giusta e intelligente: alternandosi molto più che in passato con Diawara o Zielinski, lo slovacco riesce ora a reggere persino 90 minuti di grande intensità, come quelli di ieri notte.
Ad Anfield per la storia
Il momento è proficuo per raccogliere successi importanti. A tal proposito, paiono confortanti le parole di Carlo quando afferma che “se non passiamo siamo dei coglioni”.
Gli alibi sono terminati. Il Napoli, almeno negli undici che ieri hanno affrontato la Stella Rossa (gli stessi del doppio match contro il PSG), è una delle squadre con più conoscenze tattiche della Champions. Senza contare la qualità dei singoli, che migliora di anno in anno.
La qualificazione non è un miraggio. Servirà un’impresa, perché il teatro in cui si reciterà l’ultimo atto di un girone infernale è da sogni. O da incubi. Ma se il Liverpool non sarà mai da solo, il Napoli ha dimostrato di avere personalità e tutte le doti per riscrivere la Storia. Non c’è Anfield che tenga.