L’analisi – La rivoluzione copernicana e la rivincita del turnover

Ancora lui, Lorenzo Il Magnifico Insigne mette il sigillo nella quinta vittoria stagionale del Napoli e punta deciso alla conquista di Torino.
La vittoria con il Parma lascia il Napoli in scia della Juventus in attesa dell’operazione aggancio che il Napoli proverà sabato all’Allianz Stadium, ma senza tanti assilli come un tempo. Neanche il massiccio turnover ferma il Napoli nella sua cavalcata. Nove cambi rispetto alla gara di Torino ma alzi la mano chi se n’è accorto. Lontani anni luce i tempi dei titolarissimi quando anche solo due o tre cambi creavano blocchi nell’ingranaggio azzurro. Il Napoli si scopre famiglia numerosa con 21 calciatori già impiegati in un mese e gli altri 4 che non hanno ancora giocato solo perché infortunati (Younes, Meret, Ghoulam, Chiriches). Le teorie si ribaltano quindi in casa Napoli dopo tre anni e si scopre che non sempre cambiare è sbagliato e a lungo andare questo sarà il bene del Napoli per non arrivare stanco alla meta.
La rivoluzione copernicana di Ancelotti ha ridato fiducia ad un gruppo che si scopre più forte di quello che pensasse acquistando gara dopo gara fiducia nei propri mezzi.
Ancelotti svolge il ruolo del buon padre che concede le stesse chance a tutti i suoi ragazzi ma, come spesso accade, un figlio prediletto c’è sempre. Non ha caso abbiamo parlato di rivoluzione copernicana da parte di Ancelotti. Dalle teorie eliocentriche dell’astronomo polacco a quelle Insignecentriche. È Lorenzo Insigne il sole, il punto fermo, attorno al quale ruota il gioco azzurro. Sempre presente fino ad oggi e sempre decisivo come ieri. Già 5 i gol del principe azzurro, vice capocannoniere della serie A dietro il centravanti polacco del Genoa Piatek. E proprio un centravanti polacco, ma in casacca azzurra, Milik, si è preso la sua ribalta ieri con una doppietta che ha archiviato il match. Il numero 99 sente la fiducia di Ancelotti ma soprattutto sente di avere, dopo due anni bui per gli infortuni, un grosso debito da saldare verso chi ha continuato a dargli fiducia contro un ambiente scettico.
E adesso arriva la prima prova del nove per il nuovo corso azzurro con due match ad alta tensione: Juventus e Liverpool. A Torino non sarà decisiva come i bianconeri vogliono far credere per mettere pressione all’ambiente azzurro. Ben più importante la gara di mercoledì prossimo al San Paolo che in caso di risultato negativo potrebbe già segnare l’addio ai sogni europei. Le due gare rappresentano il primo importante banco di prova di questo inizio stagione per testare le corde di una squadra che non deve avere paura di essere grande ma essere sempre più consapevole delle proprie qualità.
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