Tifoso della Roma ad Adnkronos: “La mia malattia non è terminale, ma è comunque cronica e incurabile, non pensavo facesse scalpore”

Continua ad avere nuovi spunti la storia di Edoardo, tifoso della Roma che aveva parlato di una malattia terminale e del suo ultimo desiderio, veder vincere l’Europa League alla Roma. L’agenzia di stampa Adnkronos aveva scoperto che in realtà non fosse realmente in fin di vita, e proprio per questo motivo è stato contattato il diretto interessato. Ai microfoni della nota agenzia ha infatti ammesso di aver ingigantito la sua storia, definendo la malattia terminale, anche se si dichiara realmente malato per una malattia cronica ed incurabile. Queste le sue parole: “Viviamo in una società in cui se stai male devi piangere e piangerti addosso. Se agli altri appari come uno che ride, che scherza, allora non può essere vero che soffri. Se uno sbaglio l’ho fatto è che ho definito ‘terminale’ la mia malattia, anche se poi mi sono corretto, per fortuna. La mia non è una malattia terminale ma comunque è cronica e incurabile. Ci convivo da anni e ho iniziato una cura sperimentale che mi costringe ad andare fuori Italia. Però in Svizzera al momento non vado… Il fine vita? E’ un pensiero per me estremamente rilassante, per questo l’ho citato. Io tengo duro per i miei affetti, per mia moglie, ma con questa malattia cronica che mi distrugge la vita quotidiana, con il medico che mi ha sempre assistito e operato e mi ha detto che non c’è nulla da fare… ecco, viene da pensarci. Per Edoardo “la riservatezza è una dote essenziale”. “Quello che ho – racconta – lo sanno i miei genitori, due dei miei amici più cari e mia moglie, che perfino l’anno scorso, quando ci siamo sposati, mi ha curato amorevolmente al bagno all’oscuro degli invitati, naturalmente ignari di tutto. Quella telefonata alla radio, che mai avrei pensato avrebbe suscitato tanto scalpore, l’ho fatta perché mi faceva ridere che, pur in una situazione dolorosissima, il mio pensiero fosse sempre alla Roma, come pure oggi. Io scherzo sempre, la leggerezza mi aiuta. Per questo tanti amici che hanno sentito il mio intervento in diretta alla radio mi hanno preso per pazzo, riconoscendo la mia voce. Mi hanno chiamato in tanti, increduli di cosa nascondo”.

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