Napoli, chi sarà l’allenatore del futuro? Gli scenari aperti e tutte le possibilità 

Tra i maggiori errori di Aurelio De Laurentiis in questa stagione figura senza dubbio la scelta degli allenatori. Certo, sostituire Luciano Spalletti non è affatto semplice. Va però detto che una squadra con lo scudetto sul petto non può subire un’involuzione così evidente, tanto da farla apparire come “miracolata”. Il primo dei 3, Rudi Garcia, ha fallito da un punto di vista empatico, lavorando poco sugli equilibri del gruppo. Gli errori principalmente imputati sono quelli di aver sbagliato la preparazione atletica e di non aver proseguito sull’onda del lavoro tattico del suo predecessore. Walter Mazzarri, suo successore, ha trovato una buona quadra in fase difensiva, ma ha scolorito quella offensiva, che sotto la sua gestione è andata avanti perlopiù grazie a giocate dei singoli. L’ultimo dei nomi è Francesco Calzona, forse il meno peggiore, ma ritrovatosi a gestire una situazione gravemente compromessa. 

Motivo per cui, la scelta del tecnico per la prossima stagione non va assolutamente sbagliata. In caso di ennesimo errore, il Napoli rischierebbe di vivere delle annate poco felici e povere di soddisfazioni, distruggendo il progetto costruito in questi ultimi anni. Sono tante le indiscrezioni a riguardo, dunque, non ci si può sbilanciare su chi davvero sarà il nome del futuro. Però, è possibile fare un’idea su questo, studiando i vari scenari. Ciascuno merita di essere approfondito, raccontandone i potenziali pregi e difetti. 

VINCENZO ITALIANO: IL FAVORITO 

Storico pupillo di De Laurentiis, è stato più di una volta vicino a prendere il timone della squadra. In particolare, pareva che dovesse essere lui il successore di Spalletti, salvo poi rimanere a Firenze. Nelle sue esperienze alla guida di Spezia e Fiorentina, si è fatto notare per la forte personalità tattica, insistendo nel proporre un gioco effervescente e di qualità. Condizione che però ha portato le sue squadre a sbandare, rendendole piuttosto prevedibili, oltre che facilmente perforabili. Tuttavia, ha dimostrato anche di sapersi adattare a circostanze impreviste, modificando il suo credo calcistico. Al termine di questa stagione, con ogni probabilità, non sarà più l’allenatore dei viola. Motivo per cui il suo nome è tra i più quotati per la panchina partenopea, forse il favorito. 

Il motivo principale della sua candidatura, prima che nella stima del presidente, risiede proprio nell’impronta che vuol dare alle sue squadre. Il suo 4-3-3/4-2-3-1 può adattarsi molto bene ai giocatori di cui il Napoli dispone. Ci sono però degli interrogativi da porsi: è giusto selezionare un tecnico solo perché ripercorre gli ideali del gioco propositivo? La prossima stagione, con ogni probabilità, sarà di rifondazione. Motivo per cui, insistere su certi dogmi potrebbe rivelarsi una scelta deleteria. C’è da porsi tante domande su questa debacle, e il mercato potrebbe portar via tanti giocatori. Quindi, gli uomini a disposizione del prossimo tecnico potrebbero essere ben diversi da quelli attuali. Affidare il compito della ripartenza ad Italiano significa insistere su quanto fatto in passato. E se i cambiamenti dovessero essere tanti, la sua scelta può rivelarsi tanto azzeccata quanto errata, perché potrebbe essere necessario cambiare l’apparato di gioco.  

Per quanto riguarda i possibili risultati invece, non bisogna forzare subito la mano. Se anno di rifondazione sarà, non si potrà pretendere tutto e subito. Bisogna prima trovare una nuova quadra, e da lì pensare agli obiettivi in classifica. Una delle critiche mosse a Italiano è quella di gettare all’aria dei risultati a causa del suo essere molto dogmatico. Per quanto il tecnico insista molto nei suoi concetti, i suoi piazzamenti sono spesso sottovalutati. Allo Spezia ha conseguito una salvezza per certi versi miracolosa, senza mai rischiare concretamente la retrocessione. Nei suoi tre anni alla Fiorentina, tra alti e bassi, ha riportato a buoni livelli una squadra reduce da un periodo poco luminoso, avendo a disposizione una rosa non eccezionale. Certo, lavorare a Napoli è più difficile che a Firenze, ma è un allenatore che non va scartato per la questione risultati. 

Per concludere, si sceglierebbe un tecnico con tanta voglia di far bene e in grado di poter garantire un certo piazzamento in classifica. In caso l’idea della società fosse quella di insistere sul calcio offensivo, Vincenzo Italiano sarebbe forse la scelta migliore. A patto che venga seguito sul mercato e non lo si sfiduci subito. Non tutti i tifosi sarebbero entusiasti di averlo come nuovo allenatore, quindi, sono da mettere in conto alcuni possibili malumori. Ma in questo momento, considerando le ambizioni e il budget, il suo profilo sembra essere il più quotato.

ANTONIO CONTE: IL SOGNO 

Il nome di peso e grande sogno della tifoseria. L’uomo a cui interessa la vittoria prima di ogni altra cosa. Al momento, è fermo da circa un anno, dopo aver lasciato la panchina del Tottenham. È tra i più ricercati dai vari top club, e tra le varie squadre si è fatto avanti anche il Napoli. Certo, vederlo sulla panchina partenopea è al momento molto difficile, ma la grande stima di Aurelio De Laurentiis nei suoi confronti può portare ad una sorpresa. Non c’è bisogno di ripercorrere la sua ottima carriera. Al centro di tutto, ha sempre messo il risultato finale. I punti di forza di questa scelta sono presto detti: entusiasmo alle stelle e risultati garantiti. Tra l’altro, Conte adora lavorare in ambienti in cui c’è da ricostruire. Una piazza come Napoli potrebbe essere per lui un grande stimolo.

Dal punto di vista del gioco, significherebbe andare incontro ad una vera e propria rivoluzione tattica. L’ex Inter ha sempre prediletto un calcio energico, fondato sulla difesa a 3 e su schemi ben precisi. Da parte sua, non manca la capacità di trasmettere grande foga agonistica e voglia di lottare per il risultato. Le sue squadre si sono sempre basate su questi suoi valori. Queste caratteristiche di gioco e caratteriali potrebbero essere salvifiche per un gruppo fortemente sfiduciato come quello partenopeo. Qualche acquisto da lui richiesto potrebbe completare molto velocemente l’opera.

Anche in questa golosa eventualità però, vanno fatti dei ragionamenti. Il tecnico è noto per avere un carattere molto forte. Nelle sue esperienze, ha sempre preteso una certa libertà nello svolgere il suo mestiere. Degli eventuali malumori (per niente scontati) potrebbero ripercuotersi sulla qualità del suo lavoro, o portarlo a lasciare il suo posto, anche in periodi positivi. Inoltre, le sue richieste sul mercato sono spesso dispendiose e in contrasto con la politica societaria partenopea. Per far sì che nasca un’alchimia tra allenatore e club c’è bisogno di enorme fiducia reciproca. 

Ma non è l’unico punto di domanda, bisognerà infatti valutare anche un suo ritorno in panchina dal punto di vista tecnico. In un calcio che si evolve tantissimo, Conte è uno degli ultimi allenatori a insistere fortemente su schemi e convinzioni. Ai giorni nostri, il gioco cambia con enorme rapidità, e non c’è più spazio per giocate codificate, alle quali vengono preferiti i principi di gioco ed una certa malleabilità dell’interpretazione delle partite. Nel caso l’ex Juventus non si fosse “aggiornato” in questo periodo di pausa, potrebbe essere per lui un problema tornare alla guida di un grande club.  

RAFFAELE PALLADINO: IL NUOVO CHE AVANZA 

Tecnico giovane, tra i principali esponenti della nuova scuola di allenatori italiani, è versatile e con idee interessanti. È molto apprezzato da De Laurentiis, tanto che il patron è arrivato ad elogiarlo pubblicamente al termine di Napoli-Monza 0-0. Nella sua breve carriera da allenatore professionista, ha condotto i lombardi in Serie A, permettendogli di disputare una buonissima prima stagione ed un dignitoso secondo anno. A fine stagione, probabilmente approderà su una nuova panchina, ed una tra le papabili potrebbe essere proprio quella del Napoli.  

Tra le sue qualità emerge l’essere un allenatore preparato e pronto a cambiare quando c’è bisogno. Per dirne una, in questa stagione alla guida dei brianzoli è passato dalla difesa a 3 a quella a 4, dimostrando di non essere ancorato ad un solo modo di giocare. In caso di rifondazione, potrebbe essere l’ideale puntare su di un profilo non eccessivamente dogmatico e in grado di trovare più di una soluzione. Un altro fattore da tenere in considerazione è l’aspetto emotivo legato a questa possibile sfida. Nel corso della sua carriera da calciatore, il tecnico non ha mai avuto modo di giocare al Napoli. Il fatto di poter tornare in questa piazza da allenatore, per lui napoletano di nascita, può essere un grosso stimolo col quale “ripagare” la sua gente. Inoltre, la sua signorilità, uno dei suoi tratti distintivi, può essere molto gradita dai tifosi. 

Il dubbio principale nei suoi confronti è quello legato a se saprà reggere il salto. Passare subito dal Monza al Napoli potrebbe essere una sfida molto complicata da reggere. Da parte sua, c’è sicuramente tanta bravura. Le carte in regola ci sono, ma l’adattamento potrebbe richiedere del tempo. Non sono pochi gli esempi di allenatori che, al momento della grande occasione, hanno finito per bruciarsi. Motivo per cui le aspettative in quanto a risultati non possono essere altissime. E questo aspetto, ad una piazza desiderosa di tornare subito a vincere, potrebbe non piacere. Sicuramente, se lui divenisse il nuovo allenatore del Napoli, bisognerebbe lasciarlo lavorare senza imprimergli enorme pressione dai primi momenti. 

FRANCESCO FARIOLI: LA SCOMMESSA 

Classe ’89, è un ex collaboratore di Roberto De Zerbi. In carriera, dopo aver seguito il tecnico bresciano al Benevento e al Sassuolo, ha allenato in Turchia e da questa stagione il Nizza. Ad eccezione dell’ultimo periodo poco felice, si è messo molto in risalto, portando gli aquilotti anche in vetta alla classifica della Ligue 1 per un breve periodo. Pratica uno stile di gioco figlio di quello del suo “maestro”, ma è più attento alla fase difensiva. Non a caso, il suo Nizza è una squadra che subisce pochissimi gol. Visto il suo ottimo approccio in Francia, è stato accostato a molti club di Serie A, tra cui il Napoli.  

Inutile girarci intorno, il giovane allenatore sarebbe a tutti gli effetti una scommessa. Tuttavia, c’è da ricostruire, e De Laurentiis potrebbe correre il rischio di scegliere proprio il tecnico toscano. Le qualità ci sono, ma il suo nome, per la situazione che il Napoli si ritroverà ad affrontare, risulterebbe il più sorprendente. Il suo è un percorso lavorativo poco convenzionale, che lo ha portato ad allenare in realtà estere, e mai nel campionato italiano. Al netto del suo talento, un eventuale ritorno in Serie A, in qualsiasi squadra finisse ad allenare, lo costringerebbe a fare un ulteriore passo in avanti. Però, se questa “follia” dovesse risultare indovinata, i partenopei avrebbero al proprio servizio un prodigio del mestiere. 

Chiaramente, tra tutti i nomi papabili per la panchina, il suo sarebbe quello che richiederebbe il maggior tempo di rodaggio e la maggior pazienza. Perché possa formarsi al meglio, potrebbe aver bisogno anche di un’intera stagione, se non due. Se di scommessa si tratta, potrebbe anche esplodere subito e fare faville, ma un momento in cui la squadra possa non performare al meglio, è da tenere in considerazione, soprattutto da accettare.  

STEFANO PIOLI: IL FANTASMA 

Non si legge quasi mai di lui, come se non esistesse. Eppure, qualcuno ha fatto il suo nome. Nonostante sembri assurdo pensare che possa sedere sulla panchina del Napoli, qualcuno 5 euro ce li avrà scommessi. Perché per quanto l’idea possa sembrare folle, sono tanti i motivi per cui De Laurentiis potrebbe scegliere lui, oltre la stima che nutre nei suoi confronti. Il suo Milan non sempre ha rubato l’occhio, alternando ottimi periodi ad altri più scialbi. Però, ha sempre garantito un buon piazzamento alla squadra, vincendo anche uno scudetto quasi inaspettato, ma meritato. Lavora su poche idee e principi, ma che se eseguiti bene, possono portare buone soddisfazioni. 

Per quanto ricostruire sia importante, lo è anche mantenere certi risultati. Il Napoli non può rimanere troppo a lungo fuori dai vertici della classifica, altrimenti rischia di dover vivere altre annate poco felici, visto che gli introiti delle coppe sono molto importanti. Da questo punto di vista, Pioli può essere visto come il tecnico giusto, in grado sia di mantenersi su certi livelli, sia di creare una nuova base per questa squadra. Inoltre, non ha eccessive richieste sul mercato. È in grado di adattarsi molto bene al materiale a disposizione: una qualità molto importante quando c’è da ricostruire. Punto a favore, non disdegna il praticare un calcio godibile, qualità che nella dirigenza partenopea è ben accetta.

La sfida più dura per lui però, sarebbe reggere le pressioni della piazza. Tra i nomi fatti per il Napoli, il suo è quello meno apprezzato dai tifosi. Certo, anche Spalletti arrivava con poco favore da parte del pubblico, ma ha saputo rimediare centrando da subito i risultati e praticando un calcio di qualità. Per un allenatore come Pioli invece, questo potrebbe non essere facile. Il rischio di fallire da questo punto di vista è parecchio concreto. Ma, proprio come per Luciano, potrebbe bastare qualche risultato per far cambiare idea a tanti.  

A questi 5 nomi si aggiungono altre ipotesi che però sono assai più remote. È assai improbabile che uno tra Gian Piero Gasperini e Roberto De Zerbi possa approdare al Napoli. Il primo perché ha bisogno di un ambiente che lo segua, oltre al fatto che il pubblico non riuscirebbe proprio ad accettarlo. Per quanto riguarda il secondo, c’è un futuro già scritto in una big di Premier League. Da scartare anche l’ipotesi Fabio Pecchia. De Laurentiis non è nuovo a scommesse, ma in questo caso, l’azzardo sarebbe molto eccessivo. Appare ancor più difficile un ritorno di Maurizio Sarri, forse in procinto di interrompere la sua carriera, oppure una permanenza di Francesco Calzona. A meno di miracoli, ciò non avverrà.  

La scelta del nuovo allenatore sarà cruciale per il Napoli. Ognuno dei nomi sondati ha delle qualità in cui emerge, oltre che dei motivi per i quali sarebbe meglio scegliere altro. Tra chi soffrirebbe la piazza e chi è troppo testardo per rinnegare il proprio credo, c’è però una necessità ben chiara: ricominciare da subito. Si può optare da subito per un vincente così come per un nome più futuribile, ma ciò che davvero conta è mettere un freno agli errori commessi quest’anno. E per far questo, serve la programmazione, seguire il nuovo tecnico nelle proprie convinzioni, a costo di conseguire qualche successo in meno. Questi concetti devono essere in prima linea, al di là di chi sarà il nome definitivo.   

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