Careca: “Osimhen è diverso da me, è unico. Ecco dove può arrivare il Napoli in Champions”

Antonio Careca, ex talentuoso attaccante del Napoli, è stato intervistato da “Il Mattino” dove ha toccato vari argomenti, uno di questi è stato Victor Osimhen:

“Osimhen simile a me? Lui è più alto e più forte fisicamente ama giocare negli spazi larghi. Io ero più a mio agio in quelli corti, interessato più all’aspetto tecnico che a quello tattico. Mi colpisce la fame di Osimhen: va in campo con determinazione e voglia di gol, per segnare e creare spazi ai compagni con i suoi movimenti, non è una punta centrale statica”.

Ha caratteristiche uniche. Un po’ come Haaland, l’asso del City, che sembra pesante e invece ha una straordinaria agilità. Osimhen sta facendo molto bene, dopo i guai fisici sembra che il suo margine di miglioramento è notevole. Intanto, la sua regolarità colpisce: segna sempre. Ha una tenacia incredibile, si posiziona sempre bene e sembra che la palla la cercasse lui.”

“Il Napoli fa il calcio migliore la distanza con Milan e Inter lo conferma. La Juve è uscita definitivamente dal discorso dopo la penalizzazione. Ma non sono le altre ad avere dei limiti: E’ per il Napoli di Spalletti e per la fame di vittoria che hanno. Vanno evidenziati ovviamente i meriti della società dello staff e di Giuntoli, questa squadra è stata ricostruita, dopo la partenza di giocatori importanti, con ottimi investimenti tecnici e senza spendere troppo. E poi c’è altro perché la bravura di un calciatore o di un allenatore non è tutto. C’è questo grande gruppo che spinge il Napoli. È una famiglia, si vede dall’entusiasmo con cui i ragazzi si abbracciano dopo un gol. E’ la stessa aria che c’era ai miei tempi”

Sulla Champions: “Spalletti ha una rosa ampia e forte, saprà gestire il doppio impegno. Mi fa piacere che il Napoli affronti l’Eintracht: le squadre tedesche ci portano bene, noi vincemmo la Coppa Uefa battendo in semifinale il Bayern e in finale lo Stoccarda. E io giocai quella partita anche se la sera prima avevo la febbre a 40°. Non me la sarei persa mai, quella finale era la “picanha”, il pezzo di carne, come diciamo noi brasiliani. E feci anche gol. Il Napoli può arrivare alla finale di Champions perché fino alle semifinali c’è la doppia gara e può rimediare a un’eventuale sconfitta”.

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