Questo Napoli bellissimo ha bisogno di una coperta più lunga

Notte di Champions, notte di sogni e di adrenalina. Il Napoli ormai si sta abituando ai big match e a quella musichetta tanto amata dai napoletani.
La notte di Sarri contro Guardiola, “la grande bellezza” come qualcuno l’ha definita.
Gli azzurri sono scesi in campo con il piglio giusto, mettendo subito sotto gli avversari con un colpo da biliardo di Insigne.
Sembrava tutto follemente perfetto, fino a quando Ghoulam non ha alzato bandiera bianca. Il ginocchio non gli è stato amico, costringendolo ad uscire anzitempo dal rettangolo verde. Ed è in questo momento che i limiti dei partenopei sono fioriti tutti.

Non solo un problema di una panchina non all’altezza, perché dover adattare Hysaj sulla sinistra e inserire Maggio a destra vuol dire solo che la coperta è corta. Troppo, poi, per una partita così importante.
Il problema principale è stato, infatti, l’atteggiamento degli azzurri cambiato totalmente con l’uscita dell’algerino. Sembravano impauriti, quasi sconfitti in partenza, nonostante il momentaneo vantaggio durato, successivamente, una manciata di minuti.
Il raddoppio nel secondo tempo ha poi raffreddato ancor di più l’animo dei tifosi presenti, speranzosi con il pareggio firmato da Jorginho.
Quando la tattica incontra poi una tecnica decisamente superiore, la differenza si sente e si percepisce. Nulla ha potuto la squadra di Sarri contro il carro armato vestito di verde militare, appunto, per l’occasione. 4 a 2, un risultato pesantissimo e forse ingiusto.

De Laurentiis, presente allo stadio, forse ha capito che qualcosa bisogna pur fare a gennaio per non rompere questo giocattolo bellissimo a cui manca qualche altro interprete.
Da serata dei sogni a incubo totale, con qualche dubbio – forse grave – sulle sorti del terzino sinistro.

Sembra veramente una missione quasi impossibile la qualificazione in Champions, ma si sa che in questa competizione tutto può succedere. Testa ora al campionato, cercando di finire nel migliore dei modi quest’altra parte della stagione, prima della chiamata in nazionale. Ripartire ancora una volta dalle debolezze, facendo di ogni necessità virtù, per il presente per il futuro.

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