La scimmia azzurra balla. Napoletani’s karma!

Il Napoli bagna, sotto un diluvio battente, il proprio esordio in questo campionato. Nella città dell’amore gli azzurri accendono gli occhi dei propri supporters sciorinando una prestazione da applausi.

Da subito padroni del campo, brandiscono le sciabole dell’eleganza con pressing altissimo e fraseggi stretti farciti di qualità. Il gioco è armonico, arioso e sfarzoso di talento puro. Anche troppo, considerando il campo che dir di “patate” è già lusinga troppo benevola. Il vantaggio giunge come conseguenza logica ad una superiorità mai messa in discussione. Vantaggio pervenuto romanticamente considerando l’avversario. Sbloccare il risultato  con un autorete al Bentegodi, contro il Verona, è estasi che prende corpo sotto forma di goduria avida di rivalsa. Insigne, forse grazie a qualche banana rigenerante, domina la fascia e Diawara saltella in mezzo al campo con l’eleganza di un danzatore e con la cattiveria agonista “scippa palloni” di un mastino napoletano. Le occasioni per raddoppiare piovono non solo metaforicamente. Raddoppio che arriverà a breve però. Diawara disarciona un pallone in mediana e lancia Insigne che, come fosse sulle liane, scavalca con uno sprint bruciante il difendente veronese e, con un fendente chirurgico ispira un tiro vellutato e soave di Milik. Il polacco riscatta la prova opaca con il Nizza e regala le ali al Napoli per volare. Nella ripresa gli azzurri si siedono un po’ e il Verona cerca così di riprendere tono. Tentativo futile e fallito sul nascere, però. 

L’ingresso di Mertens è un fulmine accecante. Risveglia i compagni e ci mette lo zampino per il tris ad opera di Ghoulam. La pioggia aumenta il proprio ritmo così come il Napoli non abbassa il proprio. Il quarto gol è solo questione di millimetri se non arriva. 

Nel finale, però, la solita pecca degli azzurri si palesa: lo spirito caritatevole di far tornare in corsa anche avversari mai pervenuti in partita. Ecco che Hysaj sporca con un rosso evitabile la sua prestazione e Pazzini, su rigore, tenta di togliere il “senza voto” alla partita degli scaligeri.

Vincere a Verona regala sempre una gioia differente, profonda. L’inciviltà sugli spalti, le provocazioni miste a razzismo e ignoranza becera conferiscono a questa sfida un gusto salino. Tornare a Napoli con tre punti, così evidentemente schiaccianti sul campo, è una questione di karma. Non ha fatto gol Insigne, paragonato ad una scimmia, ma sicuramente negli spogliatoi del Bentegodi siamo sicuri che gli azzurri avranno ballato sul ritmo della canzone di Gabbani: Occidentali’s karma. 

Tanto, tantissimo da salvare dalla prestazione di stasera. In modo particolare una tenuta atletica e mentale invidiabile. Da rivedere gli ultimi dieci minuti. Il cammino è appena iniziato e se il buongiorno si vede dal mattino, quest’anno per il Napoli potrà sorgere un potente e magnifico sole azzurro.

Appuntamento a martedì adesso, con la testa giusta per mettere la ciliegina sulla torta a questa stagione appena sbocciata.

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