Chiamatelo pure José Maria Callegol

Spesso si danno per scontato le sue prestazioni perché si è talmente abituati a vederlo posizionato sulla fascia destra che pare abbia il posto fisso a tempo indeterminato, cosa che in quest’epoca di precariato non si vede più.
È il fedelissimo di tutti gli allenatori perché José Marìa Callejon dovrebbe essere duplicato. I genitori ci hanno provato regalandogli un gemello che, però, sembra essere lontano dal numero 7. In poche parole: inimitabile.

L’uomo bionico, quello capace di correre 90 minuti, prendersi botte incessantemente ma tornare sempre in piedi. Un giocatore di esperienza internazionale, che a questo Napoli fa solo bene perché oltre la tecnica, la forza fisica, ha la giusta furbizia per farsi fare falli in momenti cruciali della gara affinché i suoi compagni possano rifiatare e i minuti finali passare. José non ha bisogno di riposo, cade tre volte e se ne rialza quattro come un vero lottatore. Non è un elogio solo per il gol determinante di stasera, ne ha fatto tanti altrettanto importanti, ma la consapevolezza che del Napoli di Sarri e prima di Benitez c’è tantissimo del suo lavoro e del suo sacrificio. Non un giorno di ferie, non uno di malattia ma sola gara saltata per squalifica.

È il classico lavoratore modello, stacanovista, che i “superiori” adorano per la costanza, la bravura. L’estate scorsa è stato premiato con un rinnovo fondamentale visto, anche,l’attaccamento che ha dimostrato negli ultimi anni alla maglia azzurra, dopo iniziali titubanze. Insomma, gli aggettivi sarebbero pochi per descriverlo, parla il campo per lui. Un andaluso dall’animo partenopeo. Mix letale… per gli avversari.

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