Il Napoli pareggia, gli esterni non carburano. Più chances per Mertens e Gabbiadini?

Pari ad occhiali tra gli uomini di Maurizio Sarri e la robusta Roma di Rudi Garcia, che ha saputo resistere strenuamente agli assalti azzurri rischiando di trovare anche il vantaggio. Non un Napoli fluido, anche a causa della manovra di disturbo dei centrocampisti giallorossi e di una prestazione convincente del difensore centrale Kostas Manolas, che ha reso la vita difficile ad Higuain. Oltre ai meriti della Roma però, per la quale un punto a Napoli costituisce una boccata d’aria fresca, c’è da sottolineare anche la poca incisività della manovra offensiva azzurra. Higuain si è mosso poco, preferendo spesso una pigra attesa di un pallone giocabile a discapito di una più proficua partecipazione alla manovra. Un discorso di più ampio respiro meritano gli esterni. In effetti non è stata una memorabile partita per Lorenzo Insigne e Josè Callejon.

 

 

La goleada contro il Legia aveva dato qualche speranza. Un Insigne troppo lontano dalla gioia del gol e un Callejon che non riesce a dettare legge in Italia avevano trovato la tanta sospirata rete. Il classico gol che può sbloccarti psicologicamente e consentirti di ritrovare i vecchi fasti (specialmente per lo spagnolo ex Madrid, che non gioisce in italia da più di mille giri di lancette). E, se l’avversario europeo poco probante non costituisce un banco di prova attendibile, si attendeva una risposta dal match di stasera, risposta che non è arrivata. Di Callejon Sarri apprezza senza dubbio l’altruismo, la sua propensione ad aiutare in fase difensiva e garantire maggior copertura alle retrovie, ma parliamo di un giocatore che non è più lo stesso. Nella prima frazione mai un inserimento in area, ma un’eccessiva timidezza che lo àncora fuori dall’area di rigore, rendendolo la brutta copia di se stesso. Difensivo si, ma il giocare in un 4-3-3 presuppone dare maggiori grattacapi ai terzini avversari.

 

 

Lorenzo, dove sei finito? Questo l’urlo accorato che rivolgono i tifosi azzurri al folletto di Frattamaggiore. L’ultimo gol di Insigne in campionato risale al 22 novembre in quel di Verona, ma sarebbe ingeneroso fare un discorso legato alle reti. Il giovane napoletano ha raggiunto la rampa, ma ancora non riesce a compiere quel salto di qualità che trasforma un ottimo talento in un campione. Nel primo tempo un paio di occasioni sprecate, mentre sarebbe stata più appropriata la ricerca di un compagno in area, piuttosto che la conclusione personale. I suoi scambi stretti con Higuain non impensieriscono la difesa romanista, che conosce bene quei movimenti e riesce sempre ad arginarli. Il secondo tempo, poi, non offre spunti migliori, perché subentra anche la stanchezza, e Sarri decide di sostituirlo con Omar El Kaddouri, che trova un’importante occasione al fotofinish.

 

 

I titolarissimi non sorridono, ma nuova linfa può arrivare dalla panchina. Dries Mertens, infatti, spacca la partita e mette in seria difficoltà la retroguardia giallorossa con i suoi scatti e la sua agilità. Dal suo ingresso in campo la manovra è più fluida e gli azzurri riescono a costruire maggiori occasioni da rete. Possiamo affermare a buon diritto che il folletto belga è pienamente recuperato dall’infortunio che lo ha attanagliato qualche tempo fa, e che la sua “rinascita” possa davvero far venire qualche grattacapo a Maurizio Sarri. Occhio anche a Gabbiadini: il 23enne ritorna agli ordini del suo allenatore dopo l’infortunio alla caviglia patito in nazionale, e la minor gittata delle “frecce azzurre” può giocare a suo favore, anche se la sua prima mansione è fare staffetta con Gonzalo Higuain. Pareggio interno, le frecce non incidono. Dalla panchina la soluzione?

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