La nuova vita di Marek Hamsik

Il Napoli sente ancora l’influenza di Maurizio Sarri. Lo dimostrano il modulo tutt’ora in uso (il 4-3-3), nozioni tattiche immutate e affinità ancora presenti in squadra. Ma alle conoscenze del passato, Carlo Ancelotti sta già proponendo nuove chiavi di lettura che potrebbero impreziosire il palcoscenico partenopeo.

Nessuna rivoluzione, ma qualche aggiustamento. A centrocampo, ad esempio, dove è stato ceduto Jorginho per ben 57 mln più bonus al Chelsea, era avvertita l’assenza di un regista. Un deus ex machina che sapesse dirigere la manovra pur non toccando il pallone. Tutti reclamavano un numero “8” da piazzare davanti alla difesa, perché il solo Diawara non poteva bastare. Al contrario, Ancelotti ha smentito tutti.

Alla cessione di Jorginho ha risposto con una mezzala di fisico e tecnica pura (Fabián Ruiz). Nello stupore generale, il tecnico di Reggiolo ha avviato una piccola-grande svolta tattica. Sta re-inventando Marek Hamsik, posizionandolo al centro esatto del campo, nella zona chiave, per far valere il suo carisma, la tecnica e la visione di gioco.

Del resto, la posizione di Marek Hamsik ha sempre sortito dubbi, anche tra le fila degli allenatori. Da mezzala offensiva ai tempi di Edy Reja, il capitano azzurro passò al gioco tra le linee (quasi mezzapunta, per la verità) con Walter Mazzarri. Poi, il disastro. Dall’estate 2013, con l’arrivo di Rafa Benitez e del suo 4-2-3-1, lo slovacco è stato visto come un trequartista che sapesse superare l’uomo e far salire la squadra. Un vero e proprio “numero dieci”. Ma il rendimento di Marek è stato un calvario. Il numero 17 partenopeo ha alternato panchine a figuracce e prestazioni da calciatore mediocre.

All’arrivo di Sarri, Hamsik ritorna a godersi un ruolo a lui più congeniale. Posizionato come mezzala sinistra in un centrocampo a 3, gioca su alti livelli, collezionando assist e giocate magiche.

Tanto che l’allenatore stesso lo definì una delle sue più grandi soddisfazioni perché diventato “centrocampista totale”, capace di ricoprire qualsiasi ruolo.

Ora, al capitano azzurro è chiesto un altro cambiamento. Dall’alto dei suoi 31 anni, può diventare il vero fulcro del gioco del Napoli. Lascerà macinare km e pressare alto ragazzi più giovani e aggressivi di lui, che lo proteggeranno ai lati.

Deve ancora calarsi alla perfezione nel ruolo che Ancelotti vuole cucirgli addosso, ma la strada imboccata è quella giusta. La partita con il Carpi, da questo punto di vista, è stata indicativa: allo slovacco il nuovo ruolo piace.

E’ tempo di diventare il cervello del corpo azzurro. Da “dieci” improvvisato, e poi dimenticato, a regista. Ciak, si gira: la nuova “vita” calcistica di Marek Hamsik sta per cominciare. Vietato perdere tempo.

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