A Napoli si è capaci di tutto. Si è capaci di mettere in discussione Leonardo Pavoletti, appena arrivato dal Genoa. Si è capaci di rimpiangere Manolo Gabbiadini il quale ha iniziato a suon di goal l’esperienza inglese, sebbene, anche quando l’attaccante bergamasco fosse tra le fila del Napoli, si rimpiangeva di non averlo venduto ad Agosto, per le cifre spropositate che alcune squadre estere offrirono per l’acquisizione del suo cartellino. Pavoletti, trasferitosi durante la finestra di mercato invernale, per 13 milioni di Euro più 5 di bonus di cui 2 non facilmente raggiungibili sicuramente, non è arrivato sotto l’ombra del Vesuvio al massimo della condizione, perché infortunatosi a inizio campionato proprio contro il Napoli. L’ex idolo della squadra di sponda rossoblù della città della lanterna è un giocatore con caratteristiche tecniche diverse dagli altri attaccanti che mister Sarri ha avuto a sua disposizione, da quando si è seduto sulla panchina azzurra. Pertanto non si può conferire un giudizio finale così precoce su un giocatore che vanta un curriculum di : 24 goal in Serie A in appena 54 partite tra Sassuolo e Genoa . Pavoletti, con Il Napoli ha solo collezionato: 7 presenze tra Campionato e Coppa Italia, di cui solo 3 è partito titolare, ha bisogno di tempo, di allenamenti e soprattutto di minuti per entrare in sintonia con il modo di giocare della squadra di mister Sarri, affinché possa aiutare a limare una carenza che il Napoli possiede, ovvero quella di tramutare in rete i palloni sporchi che attraversano l’area di rigore. L’amore incondizionato che prova il tifoso napoletano per la propria squadra può portare a conclusioni affrettate, ma per crescere come squadra e come città bisogna acquisire, a malincuore per i tifosi azzurri, il sangue freddo e sabaudo juventino.
