EDITORIALE – La pausa al momento giusto

Sembra una sfida di apnea, a chi riesce a tenere più tempo la testa sott’acqua unendo concentrazione e tenacia, questa sfida scudetto. Ci sono stati match in cui l’avversario poteva permettersi qualche secondo di respiro se avesse portato a casa i tre punti, invece proprio la bravura dell’altro ha impedito questo ‘lusso’. Per esempio a dicembre quando il Napoli poteva andare a +7 se avesse vinto al San Paolo o la Juve a +4 se la Spal non avesse giocato da grande squadra. Probabilmente questa pausa per le amichevoli in Nazionale ha fatto tirare un sospiro ad entrambi gli allenatori, i quali sanno che le squadre ora non possono perdersi in inutili giochini. Si è visto nelle ultime gare, più sporche rispetto a quelle disputate all’inizio, in cui la tensione della gara era sentita palesemente. C’è reciproco rispetto per ciò che è stato fatto finora, l’unico campionato in cui la parola ‘fine’ non è stata ancora scritta, almeno fino al 22 aprile. Una data da segnare sul calendario, perché sarà lì, all’Allianz Stadium, che si capiranno definitivamente le sorti di questa stagione.

Una poltrona per due che Allegri non ha intenzione di lasciare al collega toscano, per sette anni quel trono non ha conosciuto altri colori. Non sarà una settimana facile per nessuna delle due squadre: il Napoli dovrà fare a meno di Hamsik, con quell’infortunio al flessore rimediato contro il Genoa e un’operazione alle tonsille di pochi giorni fa, e molto probabilmente di Hysaj che ha rimediato una botta con la sua Albania. Nulla di grave, per fortuna, ma meglio preservarlo per alle sfide future. Altri nazionali torneranno domani o chi, come Koulibaly, solo giovedì cioè appena 48 ore prima della sfida contro il Sassuolo a Reggio Emilia.

D’altra parte i bianconeri dovranno affrontare, seppur in casa, un Milan rinvigorito dalla cura Gattuso. Una partita tutt’altro che semplice, visto anche il, seppur breve, momento di appannamento dei torinesi.
L’ansia cresce, la pressione aumenterà inevitabilmente e dovrà, come lui stesso ha affermato, essere bravo Sarri a liberare la testa dei suoi dai fantasmi del fallimento, tornando a giocare come un tempo.
Il campionato sta per riaprire le porte, dopo una propiziante sosta: guai a non farsi trovare pronti.

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