Kvaratskhelia: “Inizio a sentire Napoli come casa. Juventus-Napoli? Il giorno più bello della mia vita. Scudetto? Non ci credevo. Su Maradona…”

Khvicha Kvaratskhelia, attaccante del Napoli, è stato intervistato dalla Lega Serie A per conto del format Campioni del Made In Italy. In questa puntata, dedicata alla città partenopea, il georgiano racconta la sua esperienza sia da calciatore che da residente in questo luogo. Di seguito, le sue dichiarazioni e il video integrale

“Sento la mancanza di casa ogni giorno. Ma sto iniziando a sentire anche l’Italia come casa, specialmente questa città. Napoli vive per il calcio. Vedi le persone felici quando guardano il calcio, e questa è una cosa incredibile che non vedi da altre parti. Il modo in cui i tifosi mi trattano Difficile trovare questo spirito da altre parti lo devo ammettere. Sono davvero grato per come i tifosi mi trattano e per l’amore che mi dimostrano. Per me il calcio è tutto, non c’è altro modo di descriverlo, il calcio è la mia vita”.

“Giocavo con i miei amici per strada ogni volta che uscivo per strada. Anche dopo l’allenamento ero lì a giocare con loro. Ho mosso i miei primi passi nel calcio di strada. È lì che sono cresciuto. Penso che tu possa vederlo nel modo in cui giochi. Per strada fai tanti tocchi, ami avere la palla tra i piedi. Ora che gioco su campi veri, nei grandi stadi, provo ancora a giocare come facevo per strada. Quindi, le strade mi hanno cresciuto come calciatore”.

“Avevo, credo, 8 anni quando ho iniziato a giocare in un club vero e proprio. Ero in una buona accademia e poi, quando avevo 11 anni, sono entrato nell’accademia della Dinamo Tbilisi. Ho trascorso lì circa 5 anni. È una grande accademia, hanno grandi giocatori, penso che molti di loro potrebbero giocare ad altissimi livelli. Vivevo lì e tutti nel club mi hanno aiutato tantissimo”.

“Quando ero piccolo guardavo tutte le partite di Serie A. Sapevo che i difensori italiani erano i più forti. In Georgia tutti associano l’Italia ai buoni difensori. Maradona è stato uno dei migliori nella storia del calcio. Penso che sia pazzesco quando le persone cercano di paragonarmi a lui. Ma per me è un piacere ovviamente, e sono felice per tutto questo. Giocare in quella che era la squadra di Maradona è un piacere e un onore. Indossare la stessa maglia che indossava mi rende orgoglioso. Prima di venire a Napoli mio padre mi diceva sempre che Maradona era il miglior calciatore di sempre. Era il suo idolo”.

“Quando la mia famiglia viene a trovarmi li porto sempre allo stadio e loro cercano di uscire per mangiare pizza, pasta o il cibo delizioso che hanno qui. Amano davvero la cucina italiana, è una delle migliori al mondo. L’unica cosa con cui scambierei la pizza è il khachapuri, un piatto georgiano”.

“Penso che napoletani e georgiani siano abbastanza simili perché quando facciamo qualcosa puntiamo sempre al miglior risultato. In Georgia amano tanto il calcio, come a Napoli. Per me Napoli ha dei bei panorami, anche migliori di quelli di Tbilisi”.

“I dettagli sono molto importanti. Quando lavori tanto, il calcio ti premia sempre. Ogni lavoro è importante come qualsiasi altro. In Serie A tutti i portieri sono bravi, quindi se la tua rifinitura è nella media pareranno ogni tiro. Quindi devi essere al meglio per batterli. Sai, il calcio non è mai facile. Ecco perché lavoriamo ogni giorno per migliorare i nostri tiri e diventare più forti. Anche il talento è importante, ma per me, se hai talento ma non lavori così duramente, non sarai all’altezza. Se lavori duro, raggiungerai i tuoi traguardi”.

Scudetto? È stato assolutamente folle perché non avrei mai pensato nei miei sogni più sfrenati che un giorno sarei diventato campione d’Italia. Non potevo credere che fosse successo davvero. È stato un risultato così grande. Ma mentre uscivo ho pensato tra me e me che ce l’avevo fatta. Quindi, ero così felice ma non riesco a esprimere questa emozione a parole. I tifosi mi motivano perché quando vedi la loro passione e voglia di vincere vuoi vincere per loro, a volte ne hai bisogno. Ti danno un’energia che non puoi trovare da nessun’altra parte”.

“Dopo la vittoria in casa della Juventus sapevamo che eravamo ad un passo dal diventare campioni. E quando siamo tornati all’aeroporto è stato incredibile. Non posso descrivere quell’emozione con le parole. Tutta la città era nelle strade, tutti aspettavano l’allenatore, tutti gridavano e cantavano. È qualcosa che non puoi immaginare, è stato incredibile. Posso dire che è stato il giorno più bello della mia vita”.

“Quando vinci il titolo, poi vuoi ripeterti e vincerlo di nuovo. Quindi do sempre il massimo in ogni partita. Nella vita niente è facile. Sono diventato campione d’Italia alla mia prima stagione e sono stato il primo a dare inizio alla festa. Ho imparato tanto qui, non solo nel calcio, ma nella vita. Ho imparato tante cose fuori dal campo su Napoli e sulla sua gente. Far parte di questa città è un’esperienza meravigliosa. Se dovessi andarmene sono sicuro che mi mancherebbero tante cose”.

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