Liverpool-Napoli: Ancelotti e le sue variabile tattiche, un indizio per il futuro?

    Liverpool-Napoli, una partita magistralmente letta e preparata dal re di coppe, Carlo Ancelotti, in grado di sorprendere Klopp per la terza volta su 4 incontri disputati nel corso delle ultime 2 stagioni.

    Il tecnico di Reggiolo ha optato per qualcosa di diverso nell’impegno di Anfield, schierando un 3-5-2 mascherato (non ce ne vogliano le sue dichiarazioni sui moduli): Maksimovic riproposto proprio come un anno fa nella posizione di terzino destro bloccato, un centrocampo più folto composto da 3 elementi di ruolo, infine la novità principale, l’avanzamento di Di Lorenzo.

    Il terzino ex Empoli ha lavorato in maniera intelligente sull’out destro: raddoppiando quando necessario su Mané e supportando la manovra offensiva, suo non a caso l’assist per il goal di Dries Mertens. Il belga ha affiancato Hirving Lozano in un tandem leggero, che soprattutto nei primi 30 minuti era riuscito a mettere in grande difficoltà la difesa avversaria con il proprio lavoro tra le linee.

    Gli azzurri sono riusciti a fornire una prestazione tosta, da squadra vera, bloccando tutti i varchi a disposizione del Liverpool e cercando almeno nella prima frazione di pressare alto.

    Nei secondi 45 minuti i reds sono venuti impotentemente fuori, pur non producendo palle goal, complice il calo del Chucky, totalmente risucchiato nella morsa di Van Dijk e Lovren. Forse l’unica pecca della lettura perfetta di Ancelotti è stata quella di tardare l’ingresso di Llorente: il basco ha dimostrato nuovamente di essere in grado di far reparto con la sua stazza, guadagnando secondi preziosismi per allentare la forsennata pressione dei campioni d’Europa.

    In ogni caso, una delle migliori prestazioni stagionali, che avvicina drasticamente il Napoli agli ottavi, regalando inoltre a Koulibaly e compagni nuove certezze e probabilmente indizi tattici importanti per l’immediato futuro.

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